Stitched – Dietro le linee nemiche
Testi di Garth Ennis, disegni di Mike Wolfer
Siete mai rimasti su una veranda, magari seduti su una comoda sedia di vimini, sorseggiando una fresca limonata, mentre il vento scuote con leggeri tintinnii pendoli metallici, di legno, ossa o altro materiale? Ricordate la sensazione di pace interiore che vi dava quel suono sottile e delicato?
Dimenticatelo. E’ Garth Ennis al timone, ogni sensazione che ricordate piacevole, pacata, leggiadra, lui sarà in grado di corromperla, violarla e deformarla.
Provate ad immaginare: Afghanistan, immense lande di polvere, rocce, anfratti naturali e buie caverne. L’esercito americano è venuto a giocare su un terreno non suo, ha deciso di invadere una popolazione radicata alla terra, a tradizioni più antiche della civiltà stessa.
Una guerra che non si può vincere, un conflitto destinato, forse, a durare in eterno. Ribelli che scappano e si nascondono in anfratti impossibili, imboscate, paranoia crescente, risorse sempre più striminzite, persone e mezzi sempre più stremati da un conflitto logorante, nel corpo e nella mente.
In questa situazione già tesa come la corda di un violino, udite un rumore portato dal vento.
Tintinnio metallico, piccoli sassi che sbattono dentro ad una latta di metallo. Tenuta da una catena, oscilla ritmicamente, trasportata da un uomo vestito di nero, nascosto tra gli anfratti rocciosi.
Figure coperte di stracci sembrano avanzare al suono sempre più inquietante di questa deviata melodia. Escono dai dirupi sbiancati dal sole, dalle fratture tra le formazioni calcaree. Sembrano quasi parte del paesaggio desolato. Non sono i soliti Raghead come li chiama l’esercito, “teste di stracci”. Pallidi in maniera innaturale, avanzano ignorando ogni colpo, ogni ferita, ogni tentativo di arrestarli. Fintanto che il suono continua, essi avanzano, nulla pare fermarli. I loro volti sono maschere funebri, non hanno più nulla di umano, bocca, naso e occhi sono cuciti, nessun suono, gemito o urlo rabbioso.
Stitched. I Cuciti.
Chi sono questi individui? Quale oscura malia lega i loro corpi al suono tintinnante che gli permette di muoversi ed uccidere instancabili?
Ennis crea un nuovo, inquietante universo nel luogo proibito, il conflitto che sta diventando sempre più velocemente una situazione ingestibile dagli Stati Uniti d’America. Guerra sempre più viscerale ed interna, già disseminata di incubi e orrori, automaticamente relegata nell’angolo della nostra mente, quella zona dove confiniamo ciò di cui non vogliamo parlare.
Ennis traccia un nuovo filone di orrore con quello che sembra essere il promettentissimo inizio di una nuova serie, dopo la fortunatissima The Boys e l’incipit iniziale per la serie post apocalittica di Crossed.
Preparatevi a mettere in discussione quello in cui credete, le vostre certezze e siate consci che probabilmente non troverete più così rassicurante quel tintinnio che ascoltate in veranda.
Benvenuti in Stitched.