“Vietnam, 1969 – Juarez, 2009
Tre uomini legati dalla guerra che si sono lasciati alle spalle e il dolore che è nato in loro. Ora sono in rotta di collisione in un nuovo conflitto. Vecchi risentimenti riemergono sul confine con il Messico e il ciclo di violenze ricomincia, senza nessun luogo dove poter scappare.”
Bentrovati Amici e Amiche di Games Academy Funside! Finite le vacanze estive (avete letto un sacco di fumetti?! Io si!) tornano le nostre recensioni e non potevamo ripartire al meglio, perché il titolo di oggi lo attendevo da parecchio tempo!
Soldati Perduti (Lost Soldier nell’originale americano) è l’ultimo, e forse fra i più d’impatto, titolo di Ales Kot (Il Nuovo Mondo, Zero, Days of Hate), disegnato da Luca Casalanguida e pubblicato in Italia dagli amici di Saldapress.

Il Fo**uto ‘Nam
Ales Kot è un attento indagatore della natura umana. Nei suoi racconti sfrutta sempre elementi distopici o immagina futuri alternativi (paurosamente simili alla nostra realtà) per parlare dell’essere umano e delle sue paure. Con Soldati Perduti, Kot getta i suoi personaggi in un evento storico importantissimo per gli States e lo usa per mostrare quanto malvagio e violento possa essere l’uomo.
La Guerra del Vietnam è stata uno spartiacque nella storia degli Stati Uniti (e del resto del pianeta). Il conflitto non solo ha segnato, per la prima volta, la sconfitta della superpotenza, contro una nazione più debole e impreparata, ma anche una sorta di risveglio nazionale.
Se durante il Secondo Conflitto Mondiale e, poco dopo, in Corea, gli Stati Uniti si erano eletti a baluardo contro l’intolleranza e la dittatura (prima nazista e poi comunista), nella Guerra in Vietnam non in pochi nella società civile sentirono il conflitto come un abuso da parte della superpotenza negli affari interni del piccolo paese asiatico che cercava di ottenere la sua indipendenza dopo il periodo coloniale.
La guerra segnò profondamente chi vi prese parte (la maggioranza dei combattenti americani erano ragazzi giovanissimi) e le azioni che arrivarono a compiere, giustificate dalla guerra. Proprio per sfruttare questi elementi Kot sceglie il Vietnam e, come protagonisti, tre giovani marines con le loro azioni e i loro fantasmi.
Juarez e il Messico
E siccome gli attori di questa vicenda non dimenticano ciò che è successo, Kot balza in avanti di quarant’anni per poter giungere ad un epilogo.
Il luogo dello scontro finale non è scelto a caso: il confine con il Messico è una zona calda per gli Stati Uniti. Le rotte dei migranti dal Sud America (e della droga) passano proprio da lì. La città messicana di Juarez (lo scenario ideale) è divenuta tristemente nota a causa delle guerre fra le diverse bande e organizzazioni di spaccio (se volete farvi un’idea a riguardo, vi consiglio Sicario, diretto da Denis Villenueve, primo film di una trilogia informale ideata e scritta da Taylor Sheridan che tratta della moderna frontiera americana).
Insomma, ci troviamo nuovamente in una situazione che, a ben vedere, non si distacca cosi tanto da quella del Vietnam (a livello di violenza e brutalità). Lo scenario perfetto per concludere una vicenda iniziata quarant’anni prima.

Dolore, Odio e Violenza Senza Fine
Il Vietnam, come ogni guerra, ha segnato chi vi abbia partecipato. In Soldati Perduti, i nostri protagonisti si porteranno dietro il bagaglio delle loro azioni e sofferenze. C’è chi è incapace di dimenticare e, nonostante ci provi, rimane perennemente legato a quei fatti.
Questo vale anche per i personaggi di Kot: sebbene siano rimasti in un ambito lavorativo a loro familiare (quello delle armi), l’elemento che realmente li differenzia è cosa sono stati in grado di fare e realizzare dopo la guerra.
E allora avremo chi ha continuato a fare il soldato, o meglio, il mercenario, combattendo solo per il mero gusto del sangue e della morte; chi, nonostante tutto, è riuscito ad interiorizzare l’odio e la violenza vissuti, li ha accettati, ben comprendendo che oramai fanno parte di sé; e chi ha fallito, chi è rimasto a quei fatti, chi ha provato a ripartire, per poi ricadere in una spirale di autodistruzione, perché segnato troppo nel profondo da ciò che ha subito.
Soldati Perduti Va Letto, Punto.
So che il titolo è arrogante ma Ales Kot è, per me (e non solo), uno dei migliori (se non il migliore) sceneggiatore americano di fumetti non supereroistici. Con Soldati Perduti Kot mette a segno un altro successo.
Un titolo brutale e violento che analizza l’essere umano e indaga quanto può essere radicato nel suo animo il sentimento di vendetta e di odio.
Ho parlato molto di Kot ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza i disegni del nostro Luca Casalanguida e i colori di Heather Marie Lawrence Moore. Lo stile grafico, a volte pulito e netto, altre volte sporco e confusionario, unito a note di colore che paiono quasi macchie gettate sulla tela, rendono la storia molto più vivida e sentita (e ce ne sono di tavole pazzesche, fidatevi).
Per cui, Amici e Amiche di Games Academy Funside, vi consiglio caldamente di dirigervi al Games Academy o Funside più vicino a voi e prenotare la vostra copia di Soldati Perduti. Nel caso passiate dal negozio di Legnano, sarò più che felice di discuterne di persona e avere le vostre opinioni e considerazioni. Per il resto vi auguro come sempre buona lettura e alla prossima recensione!
Andrea
“… non finirà mai, vero?”
- Titolo Originale: Lost Soldiers
- Autore: Ales Kot (storia), Luca Casalanguida (disegni)
- Editore: Saldapress
- Genere: Azione, Bellico
- Volumi: Unico
- Prezzo: 19,90€