PANORAMICA GENERALE
In “Pandemia una nuova sfida”, gioco cooperativo edito in Italia da Asterion Games, i giocatori impersonano i membri di una task force di esperti chiamati a gestire e sconfiggere una potenziale catastrofe a livello mondiale data dalla diffusione di quattro diverse epidemie virulente; per fare questo dovranno viaggiare intorno al mondo, scambiarsi informazioni e contenere i focolai di malattie che affliggono le città.
Il tabellone di gioco rappresenta un planisfero in cui sono indicate 48 Città collegate tra loro da linee che consentono sia il movimento dei giocatori che il diffondersi delle malattie. Le città sono caratterizzate da un colore che corrisponde al tipo di epidemia da cui sono afflitte; i colori sono raggruppati per area geografica.
I materiali di gioco sono eccellenti: il tabellone e le carte sono illustrate in maniera sintetica e minimale, dando una sensazione di “contemporaneità” (passatemi il termine un po’ impegnativo) che ben si integra con un gioco in cui i protagonisti sono “eroi” moderni quali un medico, una biologa o una specialista in quarantena.
A ciascun giocatore viene assegnato casualmente una delle 7 carte Ruolo che rappresentano uno specialista con particolari abilità; la grande variabilità di carte Ruolo disponibili costringe il gruppo di gioco ad adattare le proprie strategie partita dopo partita.
Scopo del gioco è trovare una cura per tutte e quattro le malattie. Trovare la cura è un compito tutt’altro che semplice; bisogna in primo luogo collezionare cinque carte Città di uno stesso colore e poi recarsi in una stazione di ricerca per sviluppare un vaccino. Le condizioni di sconfitta si verificano quando si esaurisce il mazzo delle carte Giocatore, quando si è costretti a collocare un Cubo Malattia di un determinato colore e questi non sono più disponibili o quando si sviluppano 8 focolai di infezione. Insomma i modi di perdere sono tanti, mentre la strada per la vittoria è una e costellata di ostacoli.
IL TURNO DI GIOCO
Ciascun giocatore durante il suo turno ha a disposizione quattro azioni che potrà spendere per spostarsi sul tabellone, scambiare carte Città con altri giocatori, arginare le malattie rimuovendo un Cubo Malattia dal tabellone o costruire una Stazione di Ricerca.
Per scambiare una carta Città con un altro giocatore è necessario che tutti e due si trovino nella città la cui carta è oggetto di scambio; perché si verifichi questa condizione spesso è necessario spendere diverse azioni e trascurare altre priorità come, ad esempio, arginare una malattia. Allo stesso modo per costruire una stazione di ricerca ad esempio a Milano un membro del gruppo deve scartare la carta Città corrispondente.
Una volta conclusa la fase azione si pescano due carte dal mazzo di Carte del Giocatore. In questo mazzo è possibile trovare
• Carte Città: rappresentano una Città presente sul tabellone di Gioco con il relativo colore riferito al tipo di malattia.
• Carte Evento: carte che favoriscono il lavoro dei protagonisti riducendo i livelli di contaminazione o favorendone gli spostamenti;
• Carte Epidemia: queste portano solo cose brutte e meritano un paragrafo a parte visto che rappresentano il meccanismo chiave per la diffusione delle malattie insieme alla fase di contaminazione;
L’ultima parte del turno è costituita dalla fase di contaminazione in cui, a seconda del livello di contaminazione (il gioco inizia con un livello 2), si pescano carte dal mazzo delle carte Contaminazione che rappresentano (come le carte Città) le zone abitate presenti sul tabellone di gioco con il relativo colore e si colloca un Cubo Malattia sulla città corrispondente. Ogni città può contenere al massimo 3 Cubi Malattia e se per caso si è costretti a collocarne un quarto si scatena un focolaio: invece di collocare il Cubo Malattia su questa città se ne colloca uno in ogni città collegata ad essa con il rischio di sviluppare ulteriori focolai.
Quando si pesca una carta Epidemia i giocatori devono:
• Aumentare il livello di contaminazione;
• Pescare una carta Contaminazione dal fondo del mazzo di Contaminazione e collocare 3 Cubi Malattia sulla città indicata
• Rimescolare in cima al mazzo le carte Contaminazione già pescate. Quest’ultimo punto aumenta in maniera drammatica la possibilità di pescare carte Contaminazione relative a città in cui sono già presenti Cubi Malattia.
CONSIDERAZIONI FINALI
In Pandemia più che in altri cooperativi è necessaria un’ottima coordinazione tra tutti i partecipanti visto che i giocatori possono contare su un numero limitato di turni (fino all’esaurimento delle carte Giocatore) per debellare le malattie e i movimenti devono essere ottimizzati per favorire lo scambio di carte e rimuovere il maggior numero di Cubi Malattia. Con lo scorrere dei turni e l’assottigliarsi del mazzo delle carte Giocatore ogni movimento rappresenta un compromesso tra la necessità di coordinarsi con i propri compagni, rimuovere Cubi Malattia, scartare carte per viaggiare o costruire una stazione di ricerca.
Pandemia è un gioco difficile: le prime partite, vi assicuro, saranno seguite da facce tristi, imprecazioni e lunghe analisi della sconfitta, tuttavia questa difficoltà non risulta mai troppo frustrante, anzi rappresenta uno stimolo a tentare nuovamente l’impresa di salvare il mondo dalla catastrofe magari cambiando strategia di gioco.
Come tutti i cooperativi ha bisogno di un gruppo ben integrato per essere giocato al meglio, altrimenti si corre il rischio che le personalità più carismatiche (leggi: quelle che urlano di più e tocca dargli ragione altrimenti non si arriva a fine serata) prendano il sopravvento sul gruppo rendendo l’esperienza di gioco noiosa.
L’ambientazione può risultare piuttosto fredda rispetto ad altri titoli cooperativi (vedi i giochi di ambientazione Lovecraftiana quali Arkham Horror o Eldritch Horror editi in Italia da Giochi uniti), ma qui entra in gioco l’elegante meccanismo di diffusione delle malattie che carica l’aria di adrenalina ogni volta che ci troviamo a pescare una carta dal mazzo Contaminazione; ogni focolaio scongiurato, ogni carta Epidemia evitata da luogo ad un sospiro di sollievo collettivo.
La possibilità di variare da 4 a 6 il numero di carte Epidemia disponibili permette di scalare efficacemente il livello di difficoltà del gioco (provate la partita con 6 carte Epidemia poi ditemi se non avete ribaltato il tavolo a causa dell’ennesimo focolaio di infezione) aumentandone, insieme alla selezione casuale delle carte Ruolo, la longevità.
Pandemia è un titolo interessantissimo perché la componente emotiva di coinvolgimento alla partita è tutta originata da una meccanica di gioco tanto semplice e lineare quanto efficace; consiglio a tutti di provare qualche partita e godersi la soddisfazione a fine partita di aver salvato il mondo dalla catastrofe batteriologica.