Ciao ragazzi e benvenuti nella rubrica “Katia e Tonia intervistano la gente“!
Ci occuperemo, in questa parte del progetto, di intervistare coloro che ci danno la possibilità di coltivare la nostra passione: i fumettisti.
E quale modo migliore per iniziare se non con il grande Leo Ortolani!
Avete capito bene! Il papà di Rat-man, Cinzia e non solo!
Di seguito potrete leggere le sue parole e conoscere una delle più importanti matite italiane.

Parlaci un po’ di te: chi sei e cosa fai?
Ciao a tutti, sono uno che per lavoro sta in casa a fare i fumetti dal 1997, il prediletto di Conte, praticamente. Poi da quando ho adottato le mie figlie, sono diventato un papà che sta in casa a fare i fumetti. Magari avete sentito parlare di RAT-MAN. Ecco, quello l’ho fatto io. Scusate.

Partiamo subito a bomba: dei personaggi che hai creato a quale sei più affezionato?
Di tutti i miei personaggi resto principalmente affezionato alla “scimmia”. Cioè a quel personaggino che mi accompagna da quando avevo 9 anni e a cui faccio interpretare ogni ruolo, dal supereroe come Rat-Man, al maggiordomo come Giuda, a un sacco di altri personaggi che, visto il successo di Rat-Man, da molti anni a questa parte indossano una maschera con orecchie da topo, confondendo così gli zoologi di tutto il mondo.

Continuiamo senza freni: ma le gag che troviamo nei tuoi fumetti, le sogni di notte, ti si palesano mentre disegni oppure costruite a tavolino?
Una gag è come un animale del bosco. Non lo puoi catturare se non facendo molto silenzio e aspettandolo con infinita pazienza. Puoi anche provare a costruirlo a tavolino, ma non è la stessa cosa. Come paragonare un animale d’allevamento a uno selvatico. Quelli che sogni la notte, al mattino si palesano per quello che sono, dei sogni, senza costrutto e inutilizzabili. Quindi, tanta pazienza, come dicevo, capacità di osservare e pure un po’ di abilità, diciamolo, sennò sembra che sia stato seduto trent’anni ad aspettare che le gag mi finissero in grembo, mentre le ho cercate con furia una per una. Credo che, facendo un calcolo a sboccio, io abbia scritto più di diecimila gag.

Una fortuna e una sfiga dell’essere fumettista?
E’ il mestiere più bello del mondo. Dopo quello che manovra la ruspa per le demolizioni. La sfortuna è che se sei un autore completo, cioè scrivi e disegni, capisci subito alcune storie che stai leggendo o guardando, è difficile che ti sorprendano e spesso le barzellette sai già come andranno a finire anche se non le hai mai sentite.

Quest’anno no Lucca praticamente per tutti: una cosa che ti è mancata e una cosa che invece NON ti è mancata?
Mi è mancato non poter rivedere e riabbracciare amici e colleghi. Per me Lucca è una gita di classe che ci viene regalata dopo un anno di lavoro. Non mi sono mancate le ore di firmacopie. No. Quelle, no. Scusate, eh? 😀

Parliamo, infine, della tua ultima opera: Bedelia. A noi lo puoi confessare… ti sei innamorato di una stronza?
In realtà mi sono innamorato di una ragazza bellissima che aveva una corazza. Sono stato a tanto così da arrivare al suo cuore, poi sono stato cacciato indietro. E allora , per elaborare il lutto , la perdita, mi sono immaginato che fosse una stronza, ma non credo lo fosse. Semplicemente non eravamo fatti l’uno per l’altra.
Ti ringraziamo per l’intervista che ci hai concesso e per la tua immensa disponibilità ma soprattutto per lo splendido disegno!
Katia e Tonia
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