Dati editoriali:
A Babbo morto
Zerocalcare
Bao Publishing, 2020
80 pagine, cartonato, a colori – 11,00 €
ISBN: 9788832735512
Babbo Natale è morto. Così si apre il libro di Natale di Zerocalcare, con la notizia che il magnate dell’industria dei giocattoli Klauss Inc. è trapassato in una camera dell’ospedale di Rovaniemi.
Evidentemente questo evento scatena una serie di conseguenze nefaste per la vita di tutte le persone che in un modo o nell’altro gravitano attorno all’azienda. Se da una parte alcuni pezzi grossi dell’azienda vengono investiti da scandali finiti in pasto alla stampa, dall’altra i lavoratori delle fabbriche di giocattoli, per lo più folletti, si ritrovano a guadagnarsi da vivere in un clima confuso, di incertezza e talvolta di terrore. Questo dà inizio a scioperi e rappresaglie e i folletti, visti come disturbatori dell’ordine pubblico, vengono sempre più emarginati dalla società.
Chiaramente non è una fiaba di Natale. Probabilmente non vorrete regalare questo libro ai vostri figlioletti o nipotini questo Natale. Zerocalcare critica aspramente alcuni aspetti della nostra società, in particolare quella del mondo del lavoro industriale, senza mai tuttavia entrare troppo nei dettagli. Sfiora un tema e poi passa al successivo. Agghindato e camuffato da gioia per le festività, A Babbo morto è il racconto di una realtà drammatica, corredata da immagini cruente, con un forte impatto emotivo. Ogni pagina del volume smonta un pezzo del puzzle che compone la magia del Natale. E’ certamente dissacrante, ma non ha l’aria di voler avanzare critiche in merito alla festività in sé; il racconto di Natale è un espediente semplice per creare una metafora, un parallelismo, fingendo che Santa Claus sia un imprenditore di un’azienda di successo, la quale trovandosi senza una guida cade nell’oblio.
Alcuni dei temi che spiccano in questo libro sono ad esempio il passaggio delle aziende a seconde generazioni incapaci, il calpestamento dei diritti dei lavoratori, l’intervento violento delle forze dell’ordine, l’insabbiamento di crimini commessi da queste ultime (tema sempre ricorrente nei fumetti dell’autore romano) e in generale la volontà di ridurrei i lavoratori a meri soggetti atti all’accrescimento del capitale, sminuendo la loro umanità.
Sotto l’aspetto grafico-artistico, il racconto è caratterizzato dall’alternanza tra alcune tavole di fumetto e delle mono-illustrazioni colorate (rigorosamente inserite all’interno di ghirlande natalizie) con didascalia nella pagina a fianco; quest’ultima funge di fatto da cronaca di tutta la vicenda. Le note a piè di pagina delle parti in prosa sono rappresentate da alcune strisce a fumetti che approfondiscono un aspetto della storia o vi aggiungono un aneddoto di completamento della situazione.
Troviamo in questa storia uno Zerocalcare diverso da come siamo abituati a leggerlo; per una volta il fumettista esce dal suo stesso racconto e fotografa una situazione precaria e instabile. La fotografia è un po’ sfuocata e quindi si vede solo a grandi linee cosa ritrae, ma comunque è chiaro che l’immagine rappresenta una figura che non vorresti proprio vedere.
Il libro che a Natale 2020 non può mancare sotto l’albero.