Nel 2011 Bao Publishing pubblicava la versione italiana del primo numero di Dark Horse Presents, prestigioso magazine di fumetti statunitense: esso, oltre ad un sacco di altro materiale, conteneva quattro tavole di anteprima di Xerxes e un’intervista al suo celebre autore, Frank Miller. Dopo sette anni di quella che, per tutti i suoi fan, sarà stata certamente un’attesa logorante, Magic Press porta in Italia l’opera, finalmente completa, che sarà divisa in cinque spillati mensili su modello dell’edizione americana.
Autore: Frank Miller;
Editore: Magic Press;
Formato: 17 x 26, spillato, a colori;
Pagine: 36;
Prezzo: 4€.
Xerxes dovrebbe essere una sorta di continuazione di 300, il fortunatissimo graphic novel che raccontava le vicissitudini di Leonida e del suo pugno di uomini, che si opposero con furia inarrestabile all’oceano di soldati persiani che, infine, li schiacciò nonostante la fiera opposizione. Mentre, però, questo volume fondamentale narrava gli eventi di pochi giorni, nella succitata intervista di alcuni anni fa Miller annunciava che Xerxes avrebbe abbracciato un lasso di tempo molto più ampio: di una decina d’anni, addirittura, e fino alla battaglia di Capo Artemisio (480 a. C.). Il primo spillato è incentrato sulla battaglia di Maratona (490 a. C.), che ha avuto luogo dieci anni prima della battaglia delle Termopili (480 a. C.) che costituiva lo spunto storico alla base di 300: è evidente, dunque, che non si possa parlare di sequel (anche perché alla fine Leonida e compagni tornarono sopra il loro scudo anziché con esso), e nemmeno di un prequel, se non in senso strettamente cronologico, ma piuttosto di un lavoro di ampliamento e definizione di quell’universo narrativo che era stato solo tratteggiato nel lavoro precedente di Miller. Il quale sicuramente non corrisponde a quello reale, come egli stesso afferma soddisfatto.
In effetti la grandezza di Miller sta proprio nel rivisitare in chiave personale gli avvenimenti storici offrendone una propria interpretazione sempre molto originale, con lo spirito di quelli che egli definisce “racconti intorno a un fuoco”. Questo atteggiamento lo mette nella classica situazione di collocarsi alle polarità estreme del gradimento dei suoi lettori: è amato od odiato, ma difficilmente potrà restare indifferente. In Xerxes la vena fantasiosa dell’autore appare inalterata: ciò è evidente soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi. Milziade ed Eschilo sono ateniesi: a guardarli, immagino che contrapporre la mascolinità degli spartani alla effeminatezza degli ateniesi sia stata la preoccupazione principale di Miller. Mentre Milziade è indistinguibile da una donna e ha anche quella sorta di ombretto che identificava anche i persiani, Eschilo è una sorta di ninja-acrobata-assetato di sangue; anch’egli ha un fisico più magro e scattante, come tutti gli altri soldati ateniesi. Insomma, mentre la caratterizzazione degli spartani sembrava funzionare meglio, questa può essere troppo anche per gli stomaci avvezzi (in particolare Eschilo potrà sembrare ridicolo a qualcuno): il problema è che la differenza che si vuole marcare è troppo esplicita dal punto di vista grafico, e ciò toglie qualcosa, seppur poco, alla narrazione, che ha un tono sempre così solenne (come sempre in Miller).
Un grosso punto a favore di questo Xerxes e l’introduzione del pantheon delle divinità greche, per ora limitato ad una serie di metafore suggestive affidate alla voce narrante, ma che molto presto irromperà in modo molto più diretto nella vicenda con anche la loro comparsa in forma personificata. Mi riferisco ad espressioni come “Poseidone è mal disposto”, oppure: “Borea scatena il suo vento ululante”, o ancora: “Ares scatena il panico nel cuore del nemico”: le tavole sono infarcite di queste figure, che ricordano quasi gli epitteti formulari di Omero e contribuiscono in modo decisivo a calarci nell’atmosfera della grecità antica. Un grosso punto a sfavore, purtroppo, sono i disegni: essi non raggiungono minimamente la gloria di quelli di 300, anche se vi si ritrova l’astrattismo caratteristico di Miller (che anzi sembra aumentare in modo direttamente proporzionale all’età dell’autore). Il problema è che le tavole sono molto meno dettagliate, molto più vuote, e anche le inquadrature e le soluzioni rappresentative utilizzate sembrano meno varie e meno valide di quelle di 300. Purtroppo si sente anche la mancanza della coloratrice Lynn Varley, collaboratrice storica nonché consorte di Miller: Alex Sinclair, comunque, svolge un lavoro più che sufficiente.
Da segnalare la presenza di una bella litografia di piccolo formato in allegato allo spillato.
Xerxes n. 1, nel complesso, è un buon fumetto da cui traspare ancora tutta l’anima del suo creatore, nonostante egli (ormai oltre i sessant’anni) abbia evidentemente già passato l’apice della sua carriera. Obbligatorio per i fan, fortemente consigliato a chi sia appassionato del genere storico ma voglia provare qualcosa di totalmente diverso.
L’Autore
Frank Miller è nato nel Maryland nel 1957. Nel 1979, a soli 22 anni, inizia a scrivere Daredevil con un taglio molto cupo e noir: da quel momento conosce un successo che non accenna ancora ad esaurirsi. Ha rivoluzionato il mondo dell’editoria del fumetto con Ronin e scritto opere fondamentali da cui sono stati tratti anche film, come Sin City e 300. Ha offerto la sua personale interpretazione del mito del supereroe con Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora. Di recente RW-Lion ha pubblicato anche DKIII -Razza Suprema, che chiude la trilogia del Cavaliere Oscuro. Xerxes è il suo lavoro più recente: egli aveva annunciato che dopo di esso lavorerà ad un altro capitolo con cui farà anche di quella iniziata con 300 una trilogia.
Non vi rimane quindi che passare nel vostro Games Academy o Funside di fiducia per ottenere questo imperdibile volume. Vi aspettiamo!