La prima volta che ho sentito parlare di THE PROMISED NEVERLAND è stato nel corso del 2017. Mi venne suggerito questo manga che aveva poco più di un anno di vita e che in Giappone stava spopolando. All’epoca era inedito in Italia e quindi era tutto avvolto da quel misto di mistero e scetticismo con cui, di solito, si affronta qualcosa di nuovo e che viene bollato come “capolavoro”. Non feci nemmeno in tempo a chiedere pareri ad altri amici lettori voraci di manga come me, che mamma J-Pop fece l’annuncio col botto: a partire da Gennaio 2018, “The Promised Neverland” sarebbe arrivato in Italia. Wow, un tempismo perfetto. Ora non restava che aspettare.
Ah, l’attesa. Sarebbe stata una di quelle che amplificano il piacere oppure un’attesa logorante di quelle che spengono le passioni?
A scanso di equivoci, il Free Comic Book Day di quell’anno (novembre) mise pace alla mia curiosità, in quanto tra le varie anteprime gratuite c’era anche quella del primo, attesissimo, numero del manga proveniente direttamente da Weekly Shōnen Jump. E lo lessi immediatamente. Amore a prima vista. I due autori Kaiu Shirai (testi) e Posuka Demizu (disegni) avrebbero sicuramente spopolato con la loro opera anche in Italia.
Finalmente, il 31 di gennaio del 2018, arrivò in fumetteria The Promised Neverland #1. Raramente un manga nuovo ha avuto il successo dell’opera in questione. Fin dal primo numero, grazie anche alla curiosità generata dalla breve anteprima, l’interesse verso la serie aumenta giorno dopo giorno. La cadenza bimestrale adottata da J-Pop sembra essere perfetta per le storie narrate, dando al lettore il giusto tempo di metabolizzare gli eventi che si susseguono numero dopo numero.
Perchè di eventi che si susseguono ce ne sono tanti.
Partiamo dall’inizio.
Emma, Ray e Norman sono tre orfani che vivono, insieme a tanti altri bambini, nell’orfanotrofio di Gracefield House, una struttura in pieno stile vittoriano che sorge al centro di una foresta. Vivere lì è l’ideale per i bambini che, nonostante siano cresciuti senza genitori, riescono a godersi le loro giornate. Giornate fatte di tanti giochi e tanto tempo libero, interrotto solo al mattino dai test attitudinali che i bambini fanno e i cui risultati sono utilizzati per individuare i bambini più promettenti dal punto di vista intellettivo. Che sia un modo per poterli anche poi instradare verso l’età adulta? Credetemi, no.
Insomma, una vita molto semplice nella quale i bambini sono seguiti e gestiti da Isabella, colei che tutti i bambini chiamano mamma. Mamma Isabella, amorevole e comprensiva, sa essere anche severa quando gli orfanelli non si comportano come dovrebbero.
Le giornate trascorrono quindi molto gioiosamente, tranne in quei giorni in cui uno dei bambini viene portato via dalla struttura in quanto adottato. Entro il compimento del dodicesimo anno di età infatti, gli orfani trovano una famiglia e lasciano Gracefield. Abbracci, lacrime, promesse di amicizia eterna che quei piccoli bambini si scambiano poco prima di salutarsi. Ed è qui che cambia tutto ciò che credevamo di sapere. Quando la piccola Conny parte per lasciare l’orfanotrofio, dimentica nella struttura il suo giocattolo preferito. I suoi compagni più grandi si preoccupano che non si rattristi, quindi, sebbene il divieto di uscire di notte dalla struttura, Emma e Norman decidono di riportare alla piccola Conny il suo amato pupazzo. Dopo essersi avvicinati ai cancelli cercando di essere silenziosi, Emma e Norman si scontrano con l’orrore e la verità allo stato più crudo possibile: la piccola Conny è stata uccisa e, vicino al suo corpicino, si stagliano delle figure mostruose di demoni che sembrano essere in buoni rapporti con Mamma Isabella. Ed è allora che Emma e Norman realizzano la scioccante verità: Gracefield House non è un orfanotrofio ma una fattoria. E il bestiame di quella fattoria sono proprio gli orfani, i quali vengono cresciuti fino ad essere poi consegnati come pasti a quei demoni mostruosi. Il mondo gli crolla addosso e si rendono conto di aver vissuto in una enorme bugia. Tanti sono gli elementi che iniziano ad essere visti da un’altra prospettiva. Ad esempio capiscono perché non abbiano mai potuto vedere l’esterno dell’orfanotrofio. Oppure associano il numero che portano tatuato sul lato del collo ad un codice identificativo che è proprio dei capi di bestiame.
Quindi che fare? Attendere, nella piena disperazione, il proprio turno di essere “spediti”?
No, per niente. Emma, Ray e Norman sono tre menti brillanti ed è proprio qui, a metà del primo volume, che inizia la loro avventura. Un’avventura per nulla semplice dato che vedrà come prima significa scappare, con tutti i loro amici, da Gracefield: soprattutto da colei che conosce le loro menti e le loro doti meglio di chiunque altro, Isabella.
Parte quindi una epopea di ben quattro anni, che possiamo grossomodo dividere in due grandi blocchi narrativi.
Il primo è quello della fuga, l’arco narrativo più ampio che copre circa sedici volumi e che vede i nostri piccoli orfanelli intenti appunto a fuggire prima da Gracefield e poi a sfuggire alle grinfie dei demoni che popolano il mondo esterno.
Il secondo arco è invece quello del contrattacco, che vede i personaggi opporsi attivamente alla presenza dei demoni.
Diluito in entrambi i momenti del racconto vi è poi il filone narrativo intimo e personale di Emma, la vera protagonista dell’opera. Una ragazza sveglia e agile, non intelligente come Ray e Norman ma sicuramente più determinata di entrambi.
Sarà proprio lei il fulcro attorno a cui ruoterà l’intera storia. O meglio, sarà lei la chiave di volta con cui riusciremo a capire perchè gli umani sono allevati come cibo per i demoni e perchè il mondo esterno, tanto immaginato e desiderato da Emma, sia così diverso da come si aspettava.
Ecco, meglio che mi fermi, altrimenti l’accenno di trama diventa un “ti dico che succede questo, questo e poi anche quest’altro”.
Quello che invece ci tengo davvero a sottolineare è che con The Promised Neverland ci troviamo di fronte ad un autentico gioiello. Non esagero nel dire che raramente, negli ultimi dieci anni, ci siamo trovati davanti ad un’opera così complessa e al tempo stesso così completa. Nulla accade per caso e la narrazione non è mai stagnante. Anche nei passaggi più riflessivi e meno votati all’azione, le pagine volano via una dopo l’altra e si arriva alla fine di ogni volume con la voglia di leggere immediatamente il successivo. Una narrazione che con l’ultimo volume arriva ad una quadratura perfetta, riuscendo a rispondere a tutte le nostre curiosità e domande, donandoci un finale chiuso e soprattutto degno dei venti volumi che ci hanno accompagnato fino alla conclusione. Una storia non semplice da gestire ma che non delude mai e che lascia poco spazio a polemiche e recriminazioni. A prescindere dall’opinione personale sul finale, saremo tutti d’accordo sull’indubbia qualità del prodotto che, grazie a J-Pop, abbiamo potuto leggere e collezionare. Anche perché, come ormai marchio di fabbrica di questa casa editrice, i volumi sono in un’edizione super curata, dalla sovraccoperta morbida fino alla rilegatura super solida.
Bene, ora che è finalmente uscito l’ultimo volume, avete solo due strade percorribili: comprare il volume 20 per completare la vostra collezione, nel caso siate “in pari”, oppure recuperarli tutti e venti, per immergervi nel mondo di The Promised Neverland e farvi rapire da una storia che, in un modo o nell’altro, vi lascerà un segno indelebile e che inizierete a consigliare a chiunque per far sì che quante più persone possibili conoscano questo capolavoro!
- Titolo originale: 約束のネバーランド (Yakusoku no Nebārando: La Neverland Promessa)
- Autori: Kaiu Shirai, Posuka Demizu
- Genere: Shounen, Dark Fantasy, Horror
- Editore: J-Pop
- Volumi: 20, completa
- Prezzo: €5,90 cad.