
primo volume
Titolo: Saturn Return
Autrice: Akane Torikai
Editore: Dynit Manga
Pagine: 228
Prezzo: €12,90
“I sogni scintillanti di un tempo, la vita coniugale presente, la morte di una persona importante. Una vita segnata dalla perdita, che non può essere ignorata.“
Il primo capitolo di Saturn Return inizia con una frase potente da parte di uno dei personaggi: “Io morirò senza lasciare niente prima dei trent’anni.”.
Questa frase viene detta da Nakajima, il migliore amico della protagonista Ritsuko Kaji, mentre entrambi si trovano in viaggio in macchina, in un tempo e in un luogo imprecisati. Subito dopo assistiamo ad un accostamento di vignette silenzioso, in cui Nakajima è intento a legarsi un cappio intorno al collo. La contrapposizione che si crea è ben orchestrata, una frase potente in una scena in mezzo al caos delle luci della strada, contrapposta al silenzio totale e alla macabra tranquillità di una scena di suicidio.
Versione a colori del dialogo in auto Versione a colori della scena del suicidio
La nostra protagonista è una scrittrice di romanzi che sta affrontando un vero e proprio blocco dell’ispirazione. Si sente a disagio, è triste ed apatica e tutta la sceneggiatura del manga si permea di questa atmosfera. Qualcosa non va nella sua vita, lo si capisce dai silenzi desolanti ed è una sensazione che traspare in ogni vignetta.
La vita della ragazza procede lineare, come un percorso stabilito, motivo per cui, subito dopo la scena iniziale del suicidio, vediamo la giovane in macchina che guida assistita da un navigatore, come se la sua strada fosse dettata da altri e lei debba seguirla in maniera distaccata. Finché non avviene il fattaccio, l’evento scatenante. Una notte Ritsuko sogna Nakajima su una strada, sotto la pioggia. Viene svegliata da una telefonata che le annuncia la tragica notizia del suicidio del ragazzo. Il risveglio di lei è traumatico. Sente il telefono vibrare, non sa ancora cosa succederà, ma il sogno l’ha scossa parecchio, tant’è che la sequenza è rappresentata con lei sdraiata sul divano, ma in verticale, come se tutto fosse sottosopra, confuso, distorto.

Questo evento, unito all’incontro con il suo editor, cambierà le carte in tavola. La trama prende un’altra piega; da quello che poteva sembrare un racconto di formazione legato alla perdita, ci spostiamo su un giallo per scoprire come mai Nakajima si sia suicidato. Senza rinunciare al percorso di formazione, con lo svilupparsi della narrazione i misteri si infittiranno e diversi nodi dovranno venire al pettine. Non verrà inoltre abbandonata la triste tematica del suicidio, che sarà un elemento ricorrente nella narrazione. L’opera si soffermerà sui vari tipi di suicidio e cercherà di mettere a fuoco le motivazioni di questo gesto.
Si aggiunge inoltre alla narrazione un dualismo interessante: quello fra la scrittrice e il suo editor. Due facce della stessa medaglia che verranno contrapposte, non solo sul lavoro, ma anche nella vita reale, poiché entrambi hanno problemi lavorativi e si ritrovano incastrati in una relazione tossica. Entrambi cercheranno di evadere dalla loro vita, dai loro binari, per comprendere come mai Nakajima si sia suicidato, tutto questo con l’intento di scrivere un romanzo avvincente su questo tragico evento. Tutto ciò verrà narrato all’interno di tavole che seguiranno il formato giapponese. L’autrice userà spesso e volentieri vignette doppie, sviluppate sia in orizzontale che in verticale, per fornire ritmo alla storia. Mentre la narrazione si permea di questa lenta malinconia, le tavole mantengono un ritmo andante e ciò renderà la narrazione sempre piacevole, mai fiacca.

Le espressioni sono il punto più alto dei disegni di questo manga. Gli occhi dei personaggi parlano, esprimono sentimenti ed emozioni da soli. Sono resi talmente bene che non servirebbero altri elementi del volto per caratterizzare le espressioni. I personaggi prendono quindi vita con le loro sofferenze all’interno delle tavole di Akane Torikai. Le persone vengono collocate in questi ambienti dettagliati, all’interno di grandi vignette. Alle volte l’attenzione si sposta interamente sui paesaggi che l’autrice realizza con delle splendide panoramiche della città. Nonostante l’opera sia realizzata in scala di grigi e quindi abbiamo un buonissimo chiaroscuro a fornirci le profondità, l’autrice realizza anche delle ombre tratteggiate per dare un’effetto più “grezzo” al tutto, rendendo i disegni ancora più veri e ricchi di forme. Akane Torikai ha l’abilità di far parlare i disegni. Nella scena del sogno, Ritsuko e Nakajima si trovano sotto la pioggia; non ci sono onomatopee, ma vi assicuro che, per come è stata realizzata la pioggia, potrete sentirne il rumore.
Concludendo posso dire che il primo numero di Saturn Return ha messo molta carne al fuoco. I misteri vanno aumentando, ogni vignetta vi farà venire voglia di osservare quella successiva e scoprire cosa accadrà all’interno della trama. Riuscirete ad empatizzare con i personaggi e a sentirvi all’interno degli ambienti grazie agli splendidi disegni dell’autrice che ha dato il via ad un primo numero di tutto rispetto.