Bentrovati Amici e Amiche di Games Academy Funside! Oggi andremo a scoprire una delle novità più interessanti e coinvolgenti delle ultime settimane. Keigo Shinzo (già noto per Tokyo Alien Bros) torna alla ribalta con Randagi (Nora to Zassou), miniserie seinen di quattro volumi, edita da J-Pop.
“La vita dell’ispettore Hajime Yamada, specializzato in crimini sui minori, non ha più senso dopo la morte prematura della figlia. Una luce si riaccende nella sua oscura esistenza quando si imbatte in una giovane ragazza scappata di casa, che si prostituisce per sopravvivere e che… somiglia spaventosamente alla figlia scomparsa.”
Randagi
In Randagi l’intento di Shinzo è quello di descrivere l’umanità resa “randagia” da una perdita.
Una retata costituisce l’incipit della vicenda: la polizia metropolitana di Tokyo, guidata dall’ispettore Hajime Yamada, irrompe in un centro massaggi, che nasconde un giro di prostitute minorenni. L’evento, di per sé non particolarmente rilevante (nell’ambito delle azioni della polizia), sarà invece un punto di svolta per molte persone.
Al centro di questa vicenda troveremo l’ispettore Yamada e una giovane, Shiori Umino. L’incredibile somiglianza di Shiori alla figlia dell’ispettore, morta in un incidente, farà scattare qualcosa in lui.
Tanti temi, un’unica storia
Shinzo, partendo da un tema ben preciso, sviluppa e crea una storia con un suo punto centrale, che l’autore sfrutta per andare ad analizzare ed approfondire differenti argomenti, tutti collegati magistralmente. Se in Tokyo Alien Bros la vicenda veniva filtrata attraverso lo sguardo di due alieni, qui i protagonisti sono parte integrante delle problematiche analizzate.
Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto il tema centrale: i protagonisti sono dei randagi, perché?
Shiori è una randagia perché è fuggita di casa, da una madre che non le vuole bene e che usa violenza su di lei. Quindi scappa per salvarsi, per cercare un posto qualsiasi in cui stare meglio che non con la sua famiglia. Tutto questo l’ha resa pronta a quasi tutto. Si prostituisce pur di racimolare qualche soldo o per sdebitarsi quando viene ospitata da qualcuno. Ciò l’ha portata più di una volta in situazioni estreme e pericolose, costantemente a contatto con estranei.
Hajime, l’ispettore della polizia metropolitana di Tokyo, è a sua volta un randagio. Sebbene abbia un lavoro e una casa, la sua vita è al limite dell’automatismo. Dal giorno della perdita della figlia è come svuotato da qualsiasi interesse. Divorziato dalla moglie, continua a condurre le proprie indagini, ma è oramai disinteressato ad ogni avanzamento di carriera. L’unico contatto “umano”, se cosi vogliamo definirlo, è con un gatto, randagio ovviamente, a cui ogni tanto porta da mangiare.
La madre della protagonista è a sua volta una randagia… ma questo lo lascerò scoprire a voi, la sua è una storia che merita di essere letta!

Colmare il proprio vuoto
Grazie a questo incontro fortuito, i due protagonisti riescono ad affrontare i propri problemi e, soprattutto, le loro mancanze. Yamada, incontrando Umino, vede l’occasione di poter aiutare una persona in difficoltà; Umino, dal canto suo, trova in Yamada qualcuno che non la vuole solo sfruttare.
Però, perché c’è un però, Yamada si sente “in debito” con questa ragazza a causa della sua incredibile somiglianza con la figlia, scomparsa anni addietro. E se Umino avesse avuto un aspetto differente? Yamada si sarebbe comunque sentito in dovere di aiutarla? Oppure sarebbe stata solo un’ennesima pratica dell’ufficio?
Ed è proprio qui che entra in gioco uno degli altri temi del racconto: il riscatto.
Hajime comincia ad aiutare Shiori, ospitandola a casa sua, assumendo pian piano il ruolo di padre, perché in lei vede una possibilità di riscattarsi nei confronti della figlia. Sa benissimo che questo non la riporterà indietro, ma è quello che gli detta l’istinto.
Un reintegro difficile
Al tempo stesso per Umino sarà molto difficile ritrovare un proprio equilibrio. Vivere finalmente senza l’ansia di dove passare la notte, di recuperare un pasto, o se la prossima persona che la ospiterà non proverà ad abusare di lei… o peggio.
Shiori è una ragazza che ha passato il peggio, ma questo non vuol dire che sia “guarita” e infatti, all’inizio, la convivenza con Yamada è difficile. Non crede che qualcuno, specie un’uomo, possa ospitarla solo per aiutare una persona in difficoltà.
Ricreare una propria vita non sarà affatto facile. Tornare a scuola, farsi degli amici, condurre la vita di una ragazza normale. Sono tutte cosa che Shiori dovrà affrontare, in un modo o nell’altro, perché, come abbiamo detto, ne ha vissute tante, ma rimane comunque una ragazza fragile e insicura. L’aspetto da dura non è altro che una corazza per poter sopravvivere in un’ambiente ostile.
Gara, il gatto randagio che appare in tutto il fumetto, non è altri che la figura di randagio per eccellenza, e che fa da contraltare a Umino.
La scelta giusta
Un altro degli elementi fondamentali della trama è ovviamente la scelta di Yamada di ospitare Umino a casa sua. Sebbene al lettore possa apparire una scelta sensata e ovvia, cosi non è. Yamada, in quanto ispettore della polizia, sa bene che esistono delle procedure da seguire e che, se la vittima non sporge denuncia agli organi competenti, questi non hanno alcun diritto di intervenire (lo scambio di battute su quello che è sostanzialmente il sistema di servizi sociali in Giappone è estremamente interessante).
Fatto sta che un ispettore della polizia ha di fatto portato ed ospitato a casa sua una minorenne, senza l’approvazione dei genitori e senza dirlo a nessuno: insomma, tutti gli estremi per una denuncia, nel peggiore dei casi, e per una carriera mandata in vacca nel migliore (anche qui, il rapporto di omertà nell’ambiente della polizia, sarà molto importante per sviluppare ulteriori riflessioni sulla vicenda).
Ma quando si ha davanti una scelta, la decisione non è mai facile, corretto?
In conclusione
Randagi è un’opera magnifica. Uno slice of life realizzato con cura e attenzione ai dettagli. Sa colpire al cuore e alla mente del lettore, sa farlo riflettere e ponderare su differenti temi. Non è un bel racconto, per niente. Randagi è un’opera impegnata e in questo, Shinzo fa centro.
Randagi, con il suo stile di narrazione e il suo tratto di disegno a volte marcato e sicuro, altre volte più delicato e sfumato, si pone come un’attenta e profonda analisi dell’animo umano. Una storia da leggere e su cui soffermarsi, perché, sebbene sia ambientata in Giappone, potrebbe essere una storia reale (come purtroppo lo è) in qualsiasi parte nel mondo.
I fumetti (comics o manga che siano) che recensisco mi piacciono, sono storie che mi catturano e coinvolgono, per questo ne consiglio l’acquisto. Nel caso di Randagi però, la mia conclusione è differente: se volete leggere una storia vera allora Randagi fa per voi: è crudo, disincantato e tremendamente realistico.
E al giorno d’oggi, dove troppo spesso ci giriamo dall’altra parte, riflettere su quello che non va nel mondo potrebbe non essere una cosi brutta idea.
Come sempre trovate Randagi in tutti i Games Academy & Funside, io vi saluto e vi auguro buona lettura, alla prossima!
Andrea
Randagio
Di animale che vaga qua e là perché privo di un padrone e di un rifugio
o perché sbrancato: cane r., pecore r.;
meno com., di persona costretta dalle necessità o dalle traversie della vita
a non aver mai una dimora fissa.
“andar r. per il mondo”
FIG. Errabondo per polemica scelta di vita.
Scontroso, diffidente.
- Titolo Originale: Nora to Zassou (ノラと雑草)
- Autori: Keigo Shinzo
- Genere: Seinen, Slice of Life, Drammatico, Psicologico, Sentimentale, Scolastico
- Editore: J-Pop
- Volumi: 4, completa
- Prezzo: €30,00 (cofanetto)/ €7,50 cad.