Rieccoci con la rubrica Katia&Tonia intervistano la gente.
Parlaci un po’ di te: chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Giuseppe Camuncoli, sono un reggiano classe ’75 che da poco più di vent’anni campa disegnando fumetti. Ho iniziato con l’autoproduzione, insieme allo sceneggiatore Matteo Casali, fino ad esordire a fine 2000 sulle pagine di SWAMP THING, serie Vertigo scritta all’epoca da un esordiente Brian K. Vaughan. Da una decina d’anni, poi, ho affiancato all’attività fumettistica quella dell’insegnamento alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia. Insomma, non mi annoio di certo.
Nella tua carriera hai lavorato sia per DC che per Marvel, su quale eroe in calzamaglia preferisci lavorare?
Su tanti, a dire il vero. Quelli che ho disegnato di più, negli anni, sono stati sicuramente Batman e Spider-Man, e si tratta di personaggi che adoro e sui quali tornerei sempre volentieri a lavorare. Poi, ci sono altri supereroi che mi piacciono molto e sui quali ho lavorato più marginalmente, tipo Wolverine, Daredevil, Iron Man, Fantastici Quattro, Lobo, Green Lantern…
Rimanendo in casa Marvel ma andando in una galassia lontana lontana… com’è stato lavorare sulla figura di Darth Vader?
Beh, assolutamente fantastico. Non me lo aspettavo per niente, ma sono stato felicissimo di questa chiamata proveniente da una Galassia lontana lontana. Sono sempre stato un grande fan di questa saga, soprattutto dal punto di vista cinematografico, e aver contribuito con i miei disegni a illustrare una parte molto importante, e fino a poco fa mai raccontata, dell’epopea dell’Oscuro Signore dei Sith.
Una fortuna e una sfiga dell’essere fumettista?
La fortuna sicuramente, almeno a livello personale, risiede nel fare il mestiere che ho sempre sognato fin da piccolo, e vivere della mia passione. Aggiungo anche che, per uno come me che ama viaggiare, un altro valore aggiunto è sicuramente dato dalla possibilità di essere invitati a festival e convention in giro per il mondo.
La sfiga è che una volta che si diventa fumettisti lo si è poi per sempre, e quindi si perde un po’ il piacere puro della lettura. Però è un prezzo che si paga volentieri, in fin dei conti.

E per concludere, il 12 novembre è uscito Undiscovered Country, a cui hai collaborato con Scott Snyder e Charles Soule, perché leggerlo?
Perchè si tratta di una storia di una bellezza sconvolgente, che credo meriti di essere letta indipendentemente dal fatto che possano piacere o meno i miei disegni. Undiscovered Country è un mix incredibilmente ricco e ben congegnato di avventura, mistero, fantascienza, azione, horror e sociopolitica, che si svolge sullo sfondo di un’America che si è chiusa al mondo esterno grazie a un Muro, e che dopo trent’anni viene per la prima volta esplorata da un gruppo di personaggi provenienti dal mondo esterno. E dal punto di vista visivo, devo dire che mi sto divertendo moltissimo a ideare e a mettere su carta le creature e le ambientazioni surreali e grottesche che Snyder e Soule mi danno in pasto mese dopo mese.