Marco Maggie Francesco Nepitello, autori di numerosi giochi di ambientazione Tolkieniana (tra cui il pluripremiato gioco di ruolo “L’unico anello”), ci riportano nella terra di mezzo stavolta per un’esperienza narrativa alla portata di tutti!
In “Hobbit Tales” da 2 a 5 giocatori si ritroveranno nella Contea alla locanda “Al Drago Verde” a narrare storie davanti ad un boccale di birra e del buon cibo. Scopo del gioco: affascinare la tavolata con le proprie storie ambientate nella Terra di Mezzo. A regolare il tutto l’uso di carte da parte di chi racconta la storia e da parte degli avversari che cercheranno di “rendergli la vita difficile”.
Potremmo dilungarci nel raccontarvi tutti i dettagli di questo gioco già disponibile presso i Games Academy di tutta Italia, ma abbiamo preferito lasciarlo questo onore agli autori con una nuova “intervista agli autori”!
GA: Innanzi tutto è un piacere intervistare una coppia di autori storici come voi. Se non ricordo male la vostra prima pubblicazione importante è stato quel piccolo gioiello di “Lex Arcana” in collaborazione con Leo Colovini e Dario De Toffoli. Da allora innumerevoli i successi anche in ambito internazionale come Age of Conan e Marvel Heroes. Com’è nata una collaborazione così stretta e quali sono i segreti che l’hanno resa così duratura?
Sono passati ormai così tanti anni da quando Io e Francesco abbiamo iniziato a “collaborare” che facciamo un po’ fatica a ricordare con esattezza… Ci siamo conosciuti a scuola, alle medie, e abbiamo iniziato a giocare assieme a wargames prima e giochi di ruolo poi. Agli inizi degli anni ’90 abbiamo lavorato nell’ufficio della ‘realtà ludica’ più importante qui a Venezia a quel tempo, la Studiogiochi di Dario De Toffoli. Nel giro di un paio d’anni abbiamo conosciuto un po’ tutti quelli che “contavano” in questo settore, da Leo Colovini e Alex Randolph a Giovanni Ingellis e i ragazzi di Kaos come Roberto Di Meglio. Grazie ai contatti di Studiogiochi con la Dal Negro è nato il progetto Lex Arcana, che per noi è stato come la realizzazione di un sogno.
GA: Impossibile non citare i titoli legati al mondo di Tolkien nel vostro portfolio, primo tra tutti ilpremiato gioco di ruolo “L’Unico Anello” (Miglior Gioco di Ruolo 2012 a Lucca Comics & Games – n.d.r), ma anche “La guerra dell’anello” e l’attesissimo “The battle of Five Armies”. Come avete conosciuto il mondo dell’autore inglese e come si è evoluta questa passione per la “Terra di mezzo”?
A noi piace ripetere che se facciamo questo lavoro è solo perchè abbiamo letto Il Signore degli Anelli in seconda media. E probabilmente è vero. Tutta la nostra passione per il genere fantastico è nata da lì e, a 16 anni, trovare dei giochi nei quali era possibile “vivere” questa passione è stato esaltante. Quando si è creata l’incredibile occasione di poter lavorare su un gioco basato direttamente sulle opere di J.R.R. Tolkien, negli anni 2002/2003, non ce la siamo fatta scappare. La Guerra dell’Anello si è rivelato un grande successo internazionale e da allora abbiamo continuato su questa strada, cercando di esplorare gioco dopo gioco il modo di trasferire dentro una scatola (o dentro dei libri, come nel caso de L’Unico Anello) il mondo creato dal Professore.
GA: Veniamo al vostro nuovo titolo: “Hobbit Tales”. Leggendo la descrizione scopriamo che si tratta di uno “storytelling”. Com’è nata l’idea del gioco e perché vi siete orientati verso questa modalità ludica specifica?
Giochi simili usciti in precedenza, come C’era una volta e Sì Oscuro Signore, avevano dimostrato come fosse possibile creare un gioco di narrazione leggero, alla portata di giocatori occasionali che forse mai si sarebbero cimentati con un vero Gioco di Ruolo. La tentazione di creare un facile gioco di carte di narrazione dove degli Hobbit si raccontano incredibili storie davanti a una pinta di birra, è stata in effetti irresistibile…
GA: Come raccontereste “Hobbit Tales” agli appassionati che ogni giorno frequentano i Games Academy
di tutta Italia?
Mentre il giocatore di turno racconta la sua poco verosimile storia usando le carte che ha in mano, gli altri cercano di intervenire giocando le loro carte, inserendo nel racconto mostri e altre difficoltà. Lo scopo è strappare ai presenti entusiastici applausi (rappresentati da segnalini in cartone) per accumulare più punti.
GA: A che tipo di giocatore avete pensato nella realizzazione di “Hobbit Tales” e chi, secondo voi, dovrebbe starne alla larga?
Se tra una partita a un gioco dove colonizzate un’isola e un’altra dove i vostri personaggi devono salvare nuovamente il mondo da una minaccia terribile avete voglia di fare una pausa e andare al bar per una birra, portatevi dietro Hobbit Tales e sedetevi a un tavolino. Non ve ne pentirete… Il gioco coinvolge anche persone timide o che parlano poco, perchè il meccanismo di icone e tiri di dado funziona in maniera indipendente dalle abilità di narrazione dei giocatori.
GA: Se doveste scegliere dei giochi che, per stile o caratteristiche, si avvicinano ad “Hobbit Tales” quali segnalereste?
Come ho accennato prima, il gioco si inserisce sulla scia dei giochi di carte di narrazione, come C’era una volta, Sì Oscuro Signore o Bla Bla Bla della Djeco Sono giochi semplici e veloci, nei quali il divertimento prevale sulla competitività.
GA: Sicuramente la parola Hobbit sarà un forte richiamo per tutti gli appassionati di Tolkien, soprattutto con l’ultimo film della trilogia di Jackson in arrivo. Cosa ritroverà il fan della Terra di Mezzo in “Hobbit Tales”?
Forse in questo caso si è creato una specie di paradosso; dai tempi de La Guerra dell’Anello, il nostro lavoro è stato molto apprezzato per l’approccio serio e coerente al materiale letterario. In questo caso vi troverete di fronte a un divertissement, dove sono appunto degli Hobbit a raccontare le loro avventure, non degli immortali principi elfici o dei valorosi guerrieri di Gondor. Se preferite affrontare il Negromante nella sua fortezza di Dol Guldur invece che trovare un sentiero di notte nella Vecchia Foresta mentre siete inseguiti da un Vecchio ragno grasso, avete sempre a disposizione il gdr de L’Unico Anello!
GA: Be’, direi che abbiamo parlato abbastanza del gioco. Nel ringraziarvi per la vostra disponibilità,chiuderei con uno sguardo al futuro. Dopo queste numerose e splendide collaborazioni sono sicuro che avete già dell’altro in cantiere, potete darci qualche anteprima in modo da preparare lo spazio sugli scaffali?
Dunque… Non è molto che è uscito Venetia, ascesa e declino della Serenissima (Giochi Uniti) ed è imminente La Battaglia dei Cinque Eserciti(edito in italia da Raven). L’anno prossimo uscirà per la ditta catalana Devir il gioco da tavolo Barcellona, per certi versi il più ‘euro’ tra i nostri giochi. Continua poi con rinnovata energia la pubblicazione di moduli per il gioco di ruolo de L’Unico Anello (la prossima uscita in italiano sarà L’Oscurità di Bosco Atro, seguita poi da Rivendell).
Di altri progetti ormai quasi completati purtroppo non ne possiamo ancora parlare… 🙂
Tante le novità in cantiere per questa coppia d’autori d’eccezione, in attesa che queste vengano svelati non ci resta che gustarci Hobbit Tales, naturalmente disponibile presso il vostro Games Academy di fiducia!