Benvenuti ad un nuovo appuntamento di anticipazioni con BURP: Letto e Digerito! La Tunuè ci ha nuovamente premiato con una golosa chicca Francese ad una settimana dalla sua uscita: La Scimmia di Hartlepool
Scrittore: Wilfrid Lupano
Disegnatore: Jérémie Moreau
Pagine: 128
Editore: Tunué
Data di Uscita: 09 Aprile 2015
Formato: Cartonato con copertina rigida 17×24
Prezzo: 16,90 €
Genere: Favola Tragicomica
1814, il mare è in tempesta, un vascello della flotta napoleonica affonda davanti agli sguardi compiaciuti e carichi di odio del villaggio inglese di Hartlepool. Il mattino seguente viene ritrovato un superstite del naufragio. Zuppo, confuso ed attaccato dai paesani per la divisa che porta, non ha parole per difendersi. Non ha parole poichè è una scimmia. Peccato che gli abitanti di Hartlepool non abbiano mai visto nè un francese nè tantomeno una scimmia. Sanno solo che devono odiarlo per la coccarda che orna la sua divisa, gioco infantile dell’ammiraglio che la teneva a bordo come bestia da compagnia. Sanno che devono odiarlo perchè è francese, non hanno bisogno di altre motivazioni. Puzza, mangia tutte le schifezze che gli vengono propinate e non si capisce nulla di quel che dice, quindi è un francese. L’ignoranza rappresenta la fiaccola da seguire, accompagnati dalla discriminazione ed i deliri senili del veterano militare del villaggio, gambizzato da un cannone francese, caricatura di se stesso e dello sbiadito ricordo che ha del conflitto e del suo stesso odio. Ha così origine il grottesco processo al prigioniero di guerra che si rifiuta di parlare e svelare i piani di Napoleone, l’ostinato milite che resiste alle torture, morde occasionalmente uno dei suoi aguzzini, alimentando ancora l’odio ingiustificato che essi provano. Un processo a senso unico, carico di paura e stupidità, pronto per lanciarsi nel suo inevitabile epilogo.
Questo volume non è solo attuale. E’ profondamente umano. Ci ricorda il lato bestiale che risiede in ognuno di noi, quel lato feroce e privo di senno, unito all’ingiustificato senso di supremazia di cui l’uomo pare affetto nei confronti di tutte le altre creature viventi, compresi i suoi simili. Il senso di caricaturale bigottismo e stupidità di cui tracolmano le prime pagine, ci riporta ad una letteratura infantile, grottesca e quasi favoleggiante. Ci viene dipinto un quadro spietato, dominato dal sindaco-locandiere a capo del trattamento “umano” rivolto verso il prigioniero: un’apparente equità di processo nei confronti del povero primate, sostituendo in fretta il fasullo perbenismo con tirannica crudeltà. E’ curioso anche il tratto con cui viene illustrata la vicenda. Ognuno dei personaggi ricorda un animale, quasi fossimo in un’istruttiva favola di Esopo: alcuni tratti nel volto, alcuni modi di fare e persino la postura. Più volte si fa ricorso alla similutidine tra uomo e bestia ed uno dei protagonisti in particolare, svelato al termine del racconto, ci illumina su quanto quest’opera possa raccontarci della nostra crescita e di come l’umanità possa continuare a crescere o fermarsi ad uno stadio primitivo.
Nonostante i temi forti è un pregevole lavoro, adatto a tutti, dai più grandi ai piccini. Per questi ultimi, sarebbe meraviglioso scoprire una favola dal finale amaro ma in grado di insegnare molto, seguiti ed accompagnati nel modo giusto in una vicenda sicuramente istruttiva.