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Wonderland 1 – recensione

Inserito da Francesco Rugarli il 20/06/2018 in Fumetti Manga, Leggi | Visite

Yugo Ishikawa dimostra di trovarsi particolarmente a suo agio con gli scenari apocalittici: ne aveva dato prova nel suo Sprite, opera in quindici volumi pubblicata da J-Pop, che ora rende disponibile il primo volume del suo lavoro più recente, Wonderland. Anche in questo caso la protagonista è una ragazza risoluta che dovrà fare i conti con una situazione surreale e misteriosa, in cui mantenere i nervi saldi e conservare la capacità di giudizio diventa condizione necessaria, ma non sufficiente, a salvarsi la pelle.

Titolo: Wonderland 1;

Autore: Yugo Ishikawa;

Editore: J-Pop;

Formato: 12,5 x 18;

Pagine: 192;

Prezzo: 6,90€

Yukko è una studentessa qualunque; un giorno, però, si alza dal letto e scopre di essere diventata minuscola. Ovviamente il primo pensiero che le passa per la testa è di stare ancora sognando: purtroppo non è così. Se un essere umano dovesse rimpicciolire, chi sarebbe il suo nemico immediato e più pericoloso? Ovviamente, gli animali, inclusi quelli domestici, che da simpatiche palle di pelo diventano bestie gigantesche e feroci. E’ così che un corvo può diventare letale come uno pterodattilo, come quello che si lancia sul vetro della finestra della povera Yukko, diventata un potenziale bocconcino; ed è così che il suo gatto domestico, Mi, diventa un predatore letale: quando Yukko cerca tracce dei suoi genitori, riesce a trovarli ancora vivi (e rimpiccioliti anch’essi), ma quasi immediatamente essi saranno uccisi davanti ai suoi occhi proprio da Mi, che in realtà si sta limitando a giocare.

Una tavola dal primo volume di Wonderland

Sappiamo tutti quanti che i nostri gatti, se solo potessero, si coalizzerebbero contro di noi nel tentativo di conquistare il mondo: siamo molto più propensi a fidarci degli altri nostri amici a quattro zampe. Anche Yukko sarà avvantaggiata dal suo rapporto col cane Poko, amichevole e servizievole: esso la salverà da più di un pericolo e le offrirà una comoda cavalcatura per affrontare le strade della città in sicurezza. Sì, perché a versare nelle condizioni dei lillipuziani non è solo la famiglia di Yukko, ma anche molta altra gente: il cielo è oscurato dai corvi che banchettano ininterrottamente; gang di mini-criminali che inalano solventi controllano i centri commerciali con auto telecomandate e penne a stilo usate come giavellotti; i superstiti sono diffidenti verso il prossimo e la loro umanità è obnubilata dal predominare dell’istinto di sopravvivenza. In tutto questo la presenza dei militari (almeno loro, in scala 1:1) nella zona interessata complica ulteriormente le acque. Ma cosa succede nelle aree confinanti? Quanto è vasto il fenomeno? E, soprattutto, da cosa è causato? E chi è Alice (immancabile nel Wonderland), la misteriosa cosplayer che parla una lingua sconosciuta di cui si coglie solo qualche parola in inglese, comparsa dal niente per prestare soccorso a Yukko?

In questo primo tankobon vengono solo gettate le basi della storia, ma alcune di queste domande iniziano già a trovare le prime spiegazioni parziali, o meglio vengono offerti alcuni indizi piuttosto sostanziosi, lasciando presagire che forse la serie nel suo complesso non dovrà essere lunga quanto la meno recente Sprite: il che non sarebbe negativo, poiché spesso prolungare ad oltranza una vicenda ne implica l’annacquamento. Sicuramente, seppur non rivoluzionario, lo spunto originale è buono, ma il rischio è quello di ripetere le solite dinamiche del genere survival limitando l’innovazione alla creazione di un contesto il più bizzarro possibile. C’è da dire che in questo caso la situazione stessa offre la possibilità di inventare soluzioni ad hoc, che possano ovvero funzionare esclusivamente con la miniaturizzazione dei protagonisti e dei personaggi coinvolti. Lo stile molto realistico dell’autore riesce a far leva su questa possibilità offrendo situazioni convincenti: si può dire, insomma, che le dinamiche del genere siano efficacemente declinate alle esigenze di uno scenario così insolito, proprio grazie allo stile (graficamente) descrittivo impiegato; la lettura prosegue molto scorrevolmente, anche grazie a dialoghi molto asciutti, e i colpi di scena sono dosati sapientemente.

Il realismo di Ishikawa è evidente anche dallo stile di disegno, che come quello di altri autori –tra cui Hiroya Oku, il papà di Gantz– si serve della tecnologia di modellazione 3d e/o dell’uso di fotografie: ovviamente il materiale originario viene post-lavorato e quindi l’impressione finale non è quella di tavole asettiche. Oltre a non avere nulla in contrario all’utilizzo di tecniche simili, quando padroneggiate a dovere, trovo che esse siano particolarmente adatte ad una storia come quella di Wonderland. La cura editoriale, come sempre nei volumi editi da J-Pop, è impeccabile: è impiegata una carta di qualità, è presente una sovraccoperta con alette, le note fornite sono soddisfacenti e non sono presenti refusi, per un prezzo proporzionato alla qualità offerta, data la media del mercato. Insomma, solo i prossimi volumi sapranno dirci se la nostra fiducia sarà stata ben riposta, ma una possibilità alla nuova opera di Ishikawa va senz’altro data.

Non vi rimane quindi che passare nel vostro Games Academy o Funside di fiducia per ottenere questo imperdibile volume. Vi aspettiamo!

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Inserito in Fumetti Manga, Leggi | Tagged J-Pop, manga, recensione, survival

L`Autore

Francesco Rugarli

Costantemente diviso tra le mie grandi passioni: filosofia, fumetti e rap, lotto per impedirgli di risucchiarmi l’anima e traggo il massimo godimento dal loro combinarsi

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