Se siete appassionati di Cosplay o assidui frequentatori di fiere ludiche il nome, o quantomeno il volto, della persona che ospiteremo oggi vi sarà già noto. La cosa curiosa è che se anche siete digiuni di anime e manga, se anche non avete mai acceso una console o se avete appena imparato come si scrive la parola “cosplay”, potreste comunque averla vista in televisione o riviste ben note come Vogue.
Senza rubarle ulteriore spazio, lascio la parola a lei, Giorgia Vecchini:
Buongiorno Giorgia, innanzitutto grazie per il tempo concesso. Visto che non è decisamente la tua prima intervista cercheremo di tagliare il più possibile le domande più frequenti.
Il termine cosplay fonde due parole, ma solitamente ci si sofferma su “costume”. Ci spieghi come prepari la seconda parte, ossia quella interpretativa? Quanto tempo impieghi nello studio del personaggio?
Avendo alle spalle anni di teatro, personalmente sono nata prima come “player”, ovvero privilegiando l’aspetto interpretativo rispetto a quello costumistico, e solo nel corso degli anni ho sviluppato altrettanta attenzione per la parte sartoriale. A mio avviso un buon cosplayer è colui che sa bilanciare perfettamente entrambi questi aspetti, anche se non è sempre facile.
Anche in Giappone, la performance è stata decisiva per l’assegnazione del premio, e vado veramente fiera di quello che sono riuscita a mettere assieme (canzone + combattimento + dialogo) nei due minuti assegnatimi; soprattutto dopo che una dei giurati ha disegnato e distribuito un breve manga con le mie fattezze, riproducendo esattamente tutti i miei movimenti sul palco!
Ho scelto da alcuni anni di non competere piu’, non in Italia almeno, quindi il mio studio relativo ai personaggi si limita ora più che altro alle posizioni classiche per essere credibile nei suoi panni durante le pose dello shooting o in fiera: mi stampo varie immagini e le replico davanti allo specchio finché non ne sono soddisfatta, ecco ^_^
Però un po’ il palco mi manca…
Dal 1997 ad oggi, come si è evoluto nel tempo il tuo modo di fare cosplay?
Sicuramente, grazie alla diffusione di internet e di ebay, c’è possibilità’ di ricercare con estrema facilita’ materiali che tredici anni fa mi-ci erano preclusi. Questo comporta per me stessa un’attenzione maggiore specialmente al dettaglio, tant’è’ che molti dei miei vecchi costumi sono stati rifatti da capo, in base all’esperienza acquisita negli anni e con stoffe diverse e più’ aderenti all’originale. Del resto giunti ad un certo livello, e questo vale per me come per molti altri/e cosplayer in gamba, si diventa una sorta di punto di riferimento per i novizi per cui si è certamente più’ bersagliati anche da critiche se il costume non rasenta la perfezione.
Grazie alla tua notorietà e alle molteplici gare internazionali alle quali hai partecipato (e spesso vinto!), hai avuto modo di viaggiare in lungo ed in largo. C’è un luogo che, più d’ogni altro, ti è rimasto nel cuore?
Saro’ banale ma sicuramente l’esperienza del World Cosplay Summit di Nagoya e tutti gli eventi annessi e connessi, soprattutto la Parata di Osu…
Ma non tutti i viaggi sono andati come sperato, purtroppo. Ci racconti della disavventura in Giappone nel 2007? Spero per te non ce ne siano state … o si?
Purtroppo si tratta di un viaggio che mi ha dato parecchi grattacapi, per via del fatto che la Japan Airlines, la compagnia aerea con cui ho volato, ha smarrito il mio bagaglio e per 7 giorni sono rimasta nel Sol levante completamente sprovvista di ogni cosa, dagli abiti al necessaire per la toeletta e via dicendo. Quindi ho dovuto ricomperare il minimo indispensabile per la sopravvivenza di tasca mia, non ottemperare ai miei impegni cosplay per via della mancanza fisica dei costumi e, oltre il danno la beffa, pagare esubero al ritorno per via dell’eccedenza bagaglio dovuta sostanzialmente a quello che mi han costretto ad acquistare per il loro disservizio. Pensa che sono ancora in causa…ma dato che Jal è fallita, direi che le mie possibilità’ di riavere ciò che mi spetta rasentano lo zero assoluto…stendiamo un velo pietoso..
Hai notato delle differenze sostanziali col modo di fare cosplay dei colleghi d’oltralpe o d’oltre-oceano?
Certamente! In Giappone ad esempio il concetto di cosplay non è legato al concetto di gara, quindi semplicemente i contest non esistono; i cosplayer vivono quest’hobby in maniera per certi aspetti meno ludica e più professionale.
Scatti di alta qualità con fotografi professionisti per finire su riviste specializzate, incontro e confronto con altri cosplayer o cosmaker (realizzatori di costumi) per affinare le proprie tecniche ecc. Per certi versi i giapponesi praticano cos-photo piu’ che cosplay, essendo completamente assente la parte relativa alla performance.
Le differenze comunque variano da paese a paese. Se in Francia,Germania e in Spagna possiamo dire che i nostri colleghi vivono il cosplay suppergiù allo stesso modo, ma senza raggiungere se non in casi isolati i picchi dei cosplayer italiani, in Mexico nel corso degli anni il miglioramento è stato esponenziale e tangibile. Da loro “va di moda”, passatemi il termine, specie per le ragazze, avere un cosmaker, di solito il fidanzato, che realizza buona parte del costume e degli accessori ad esempio.
In tanti ti avranno sicuramente chiesto qual è il tuo costume preferito o quale pensi sia il più riuscito. Noi invece ti chiediamo: nei panni di quale personaggio ti sei divertita di più?
Non ho dubbi : Il Barone Ashura di Mazinga Z, vuoi mettere con un personaggio del genere mi sono sbizzarrita in scene di delirio puro …e a terrorizzare i bambini ^_^, inoltre ho avuto anche l’onore, in questa mise, di stringere la mano anche al grande Go Nagai, insomma non credo potessi chiedere di più’ all’ermafrodito luogotenente del Dr. Hell!
Tra tutti i fantastici cosplay che si trovano nella photo gallery del tuo sito, ci ha incuriosito uno in particolare. Ci racconti di Beatiful Jo e delle Kappa Angels?
Beh Beautiful Jo ha una storia un po’ particolare alle spalle. In sostanza qualche anno fa sulla defunta Kappa magazine venne indetto un concorso fumettistico, e i Kappa Boys chiesero a me e ad altre due mie colleghe cosplayer di prestarci al gioco come protagoniste, inventandoci autonomamente un costume e la personalità’ del nostro personaggio cartaceo, che poi gli aspiranti fumettisti avrebbero utilizzato per trasporre su carta le nostre avventure.
Avevamo carta bianca purché fossero ben differenziate. Io optai per l’eroina retrò dal sapore vintage, reinventando un costume simil spaziale di stampo chiaramente 80’s, coniugando il mio colore preferito (lilla), i simboli che mi contraddistinguono (le stelline), un po’ di fashion (occhiali a mascherina)..et voilà’ ecco Beautiful Jo!
Qual è il costume in cui hai “osato di più”?
Probabilmente è stato quello di Witchblade nel lontano 2000 … la gente era, come dire … basita, ma non ho partecipato a nessun contest; ora ho deciso di rimetterci mano da capo e realizzare ex novo un costume sicuramente migliore anche grazie alla collaborazione di gente esperta che mi dara’ una mano.
Durante questi anni di cosplay, qual è la situazione più divertente nella quale ti sei ritrovata e/o il personaggio più bizzarro nel quale ti sei imbattuta?
La situazione piu’ divertente si è verificata a Lucca di qualche anno fa.
Si sono avvicinati alle casse un imponente Darth Vader con due Storm Trooper accanto. Un bambino accovacciato lì vicino li guardava con occhi pieni di stupore e timore.
Il Darth Vader si è avvicinato alla cassiera, e con la classica parlata asmatica ha esordito: “Un intero per me … due ridotti militari per le mie guardie e un omaggio per il mio giovane allievo (indicando il bambino che li guardava ammutolito)”.
La cassiera, visibilmente in difficolta’ risponde: “Veramente ..non abbiamo biglietti scontati…”
E Darth Vader: ”Trovo insopportabile questa mancanza di sconti!” e, sdegnato, se n’è andato tra l’applauso generale degli astanti ^_^
Che fetta della tua vita assorbe attualmente la tua carriera di cosplayer ed i contatti che ti ha procurato? Abbiamo visto che nel tuo sito c’è anche la voce “modeling”: si potrebbe dire che è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio lavoro?
Il cosplay mi ha dato e mi sta dando tanto; molti contatti presi in quest’ambito mi hanno portato a delle occasioni professionali davvero notevoli; ad esempio grazie a Flora delle Winx ho avuto modo di collaborare a più riprese con Iginio Straffi e lo staff di Rainbow, finendo anche in un programma su Rai Sat Smash. Ora sto collaborando con la sit come Gamers della catena di negozi di Game Stop, ho girato dei mini sketch per il programma Stracult di Rai 2 nei panni di Fujiko e Wonder Woman … per altro proprio la rivista Vogue mi ha chiamato qualche tempo fa per uno scatto nei panni di Wonder Woman sul loro magazine … insomma son soddisfazioni! Senza contare gli inviti italiani ed esteri che fioccano per inaugurazioni, presentazioni di eventi, madrina e via dicendo. Direi che non posso proprio lamentarmi, e se tutto va bene, come diceva il compianto Corrado … Non finisce qui! 🙂
Su questo direi che nessun di noi nutre alcun dubbio! Ancora complimenti a Giorgia per gli splendidi risultati conseguiti finora e un grosso in bocca al lupo per i progetti futuri.
Alla prossima settimana con un nuovo capitolo di Oggi Conosciamo.
Edoardo “Daermon” Dalla Via