Sicuramente a tutti noi è capitato almeno una volta di farsi la domanda nel titolo, oppure un “ma perché a Paperopoli ci sono solo nipoti e mai figli?”

Probabilmente questa è una delle motivazioni che ha generato in Don Rosa l’idea alla base della “Saga di Paperon de’ Paperoni” o Progetto D.U.C.K., acronimo di Dedicated to Uncle Carl by Keno.
Keno è il secondo nome di Don Rosa, Carl è Carl Barks. Tutto chiaro, no?


Va bene, facciamo un passo indietro.
Carl Bark, universalmente riconosciuto come “L’uomo dei paperi“, è l’autore di fumetti Disney più famoso al mondo, padre e inventore di Zio Paperone (1947). E di Gastone. E della Strega Amelia. E di Archimede Pitagorico. E potremmo andare avanti…
Non ci soffermiamo sul talento e sulla bravura di Carl Barks, come disegnatore e come storyteller capace di scrivere storie dense di critica sociale, seppur mascherate da avventure dei paperi (la prima che mi viene in mente “Paperino e il feticcio” con la prima apparizione del Gongoro), ma piuttosto sull’impatto che ebbe nel mondo dei fumetti, dove era conosciutissimo, ma non accreditato (prassi normale fino agli anni 60 nei fumetti USA) e osannato come “quello che fa le storie dei paperi più belle”.
Don Rosa è appunto cresciuto leggendo i fumetti di Barks e lo osannava a tal punto da porsi un unico obiettivo: riuscire a realizzare fumetti coerenti con la narrazione di Barks, con protagonisti i Paperi. Ma sono anni duri per il fumetto Disney negli Stati Uniti, ci sono così pochi lettori che Don Rosa è costretto a lavorare per editori europei licenziatari e i suoi fumetti vengono pubblicati solo nel vecchio continente.

Rosa, quasi quarentenne, è letteralmente ossessionato dai fumetti di Barks. Li ha letti e riletti svariate volte, non conosce la scuola di fumetti Disney italiana o sudamericana. Per lui esiste solo ed esclusivamente il mondo dei Paperi di Barks.

Ed è in questo periodo che concepisce l’idea alla base della sua opera più famosa, il progetto DUCK: raccogliere tutte le informazioni che Barks aveva disseminato nel corso della sua opera, mettere insieme le date, i rapporti di parentela e le informazioni biografiche e arrivare a scrivere “la storia definitiva”.
La nascita di Zio Paperone, la sua infanzia, com’è diventato il papero più ricco del pianeta, l’arrivo dei suoi acerrimi nemici (i Bassotti, la Strega Amelia, Cuordipietra Famedoro), le avventure in Klondike da giovane e quelle con Paperino e nipotini da anziano.

Finalmente nel 1992, Don corona il suo sogno: esce “L’ultimo del clan de’ Paperoni“, primo dei dodici capitoli che comporranno la sua saga (a cui ne verranno aggiunti successivamente altri 12, un compendio che fa da intermezzo tra un capitolo e l’altro).
Preciso fino al parossismo, Don Rosa crea un albero genealogico usando gli indizi scovati nei fumetti di Carl Barks, unisce i vari rapporti di parentela tra i personaggi e scrive le origini di Zio Paperone (un’operazione analoga al Batman di “Year One“, scritto da Frank Miller 5 anni prima) e omaggia in questa maniera l’opera del maestro.

Non è un segreto che Barks non abbia apprezzato particolarmente l’operazione: ai suoi occhi un eccesso di passione, una fan-fiction scritta da un fan fin troppo zelante nel cercare, nei più piccoli particolari, riferimenti anche non intenzionali. Inoltre non apprezzò mai il tratto di Don Rosa, troppo legato ad uno stile grafico underground, molto distante dal suo, più pulito ed elegante.

A questo punto dovrei avervi incuriosito abbastanza e invogliato a leggere “La Saga di Paperon de’ Paperoni“: quale migliore occasione se non l’uscita di questa settimana per Panini Comics? Avete l’infarinatura necessaria per leggere il volume e decidere in autonomia se Don Rosa sia oppure no il degno successore di Barks…

Personalmente, da appassionato Disney, per me è un sì senza remore: ogni pagina è piena di ammirazione e amore verso l’opera di zio Carl (ogni capitolo inizia con la citazione di una storia classica barksiana) e credo che ogni appassionato di fumetti che si rispetti debba leggere questa saga!

Per concludere rispondo alla domanda nel titolo: no, Zio Paperone e Nonna Papera non sono fratelli. Paperone è il fratello della mamma di Paperino (quindi suo zio materno), mentre Nonna Papera è mamma del papà di Paperino (cioè sua nonna paterna).
