
- Titolo: Harleen
- Storia, disegni, colori e copertine: Stjepan Šejić
- Editore: Panini Comics
- Collana: DC BLACK LABEL COLLECTION
- Pagine: 200
“In realtà è questo che succede quando costruisci una strada… tendi a perdere di vista il resto. Tieni gli occhi a terra così tanto che, finché non sei alle porte dell’inferno, non te ne rendi conto”
Leggendo questa frase si pensa subito ai vizi, ai problemi (alcolismo, droghe); immaginiamo che un individuo possa costruirsi una strada brutale da percorrere senza nemmeno rendersene conto e, quando se ne rende conto, è troppo tardi. Parallelamente questa frase può riferirsi a progetti ambiziosi, desideri, sogni. Ci costruiamo una strada in funzione di quello che vogliamo (o pensiamo di volere) e la percorriamo talmente a testa bassa da dimenticarci che quello che ci serve, quello che davvero ci rende felice, quello che non ci fa impazzire, spesso è fuori da questa strada. Questo è il succo di “Harleen”.
Harleen, una giovane e talentuosa psichiatra, vuole mettere in atto un progetto di riabilitazione per i malati mentali di Gotham, ma ha bisogno di un finanziatore. Fortunatamente troverà il migliore sulla piazza: Bruce Wayne. Entrambi pensano che i criminali possano essere recuperati e sceglieranno di costruirsi questa strada da percorrere; Bruce attraverso Batman e Harleen attraverso il suo programma di recupero.

Il fato vuole che un giorno la nostra protagonista incappi in uno dei più grandi criminali di Gotham City: Joker. Quando però a Gotham si scatena un criminale, il pipistrello fa la sua comparsa. Harleen cercherà di mettersi in salvo mentre Batman lancia fumogeni per disorientare il pagliaccio e la sua banda. Qui la donna si fa piccola, mentre passa dietro la coltre di fumo da cui vediamo ingigantite le ombre di Joker e i suoi tirapiedi. In quel momento loro hanno il potere, loro sono dei giganti che si credono superiori a tutto. Il cavaliere oscuro però non tarda a sistemare i pesci piccoli e a focalizzarsi sul clown pazzo. Harleen assiste a quello che l’autore Šejić (Aquaman, Suicide Squad, Sunstone) mette in scena come un vero e proprio scontro fra gladiatori, creando (di nuovo) un effetto di ombre sensazionale. La giovane donna assiste dapprima allo scontro attraverso le ombre dei due uomini, visibili dietro alla coltre di fumo provocata dai fumogeni. I due combattenti appaiono quindi ingranditi, enfatizzati da questo gioco di luci ed ombre, come se sia noi che Harleen stessimo assistendo ad uno spettacolo cinematografico. Ora sono loro le star, ci sono loro sopra ogni cosa. Per l’evento traumatico Harleen inizierà a perdere il sonno e inizierà il suo percorso ad Arkham dove re-incontrerà il paziente che la cambierà per sempre. Ormai la sua strada è stata costruita, lei l’ha imboccata e Šejić ce lo mostra con un altro gioco di ombre.

La sceneggiatura è incalzante e prende forma all’interno di un formato americano “inusualmente ordinato”. La scelta dell’autore è senza dubbio curiosa, decide di presentare una storia sulla pazzia all’interno di schemi precisi, ordinati. Le vignette alle volte rasentano il formato francese. Una tavola può avere anche dieci, undici vignette e i personaggi all’interno non escono mai dalla gabbia, restano all’interno dello schema, così come Harleen procede il suo progetto all’interno di schemi e regole precise. Quando però le tavole narrano ciò che accade nella sua mente, ecco che tutto diventa contorto, come se la sua mente fosse la cosa più difficile da ingabbiare.

Le fisionomie dei volti sono dure, spigolose, come se tutti i personaggi fossero stressati, cosa che probabilmente sono, vivendo a Gotham. Anche la stessa Harleen ha un viso leggermente spigoloso, ma che, nonostante questo, non perde la sue eleganza e bellezza. Ogni espressione è chiara e arriva al lettore in maniera diretta. Volti magnificamente espressivi appaiono sotto i nostri occhi dando vera e propria vita ai personaggi. Il tutto accentuato da un meraviglioso uso del chiaroscuro. Ombre e luci creano sui volti una tridimensionalità impeccabile e rendono ancor più veritiere le espressioni. La Gotham di Šejić è artificialmente illuminata all’inverosimile, ciò la fa risultare una vera e propria città della notte. Ha bisogno di tantissima illuminazione artificiale per non brancolare nell’oscurità. Inutile ribadire che il gioco di luci e ombre sulle architetture risulta spettacolare e, abbinato alle correttissime prospettive, catapulta il lettore all’interno degli ambienti.
Una lettura imprescindibile per tutti i fan di Harley Quinn e del Cavaliere Oscuro che farà breccia nel vostro cuore. Immergetevi nella mente di Harleen e fatevi accompagnare all’interno di questo fantastico viaggio, non ve ne pentirete.
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