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DuckTales – La Recensione

Inserito da Oscar Cadeddu il 22/03/2021 in Cinema/Tv, Fumetti Americani, Leggi, Serie TV | Visite

“I made it by being tougher than the toughies
and smarter than the smarties!
And I made it square!”

Scrooge McDuck, il papero più ricco del mondo.
(Uncle Scrooge #1, Settembre 1951)

E così è finita… dopo 4 anni di scivoli sull’ottovolante, di avventure in ogni angolo del globo alla ricerca dei tesori più incredibili e dopo aver affrontato, fra le altre, le insidie di streghe, alieni e terroristi globali, DuckTales, la strepitosa serie Disney reimmaginata da Francisco Angones e Matt Youngberg nel 2017, ha chiuso la sua corsa con il botto, con un finale epico (ma non ci aspettavamo di meno, visti i precedenti), della durata di oltre un’ora, andato in onda negli Stati Uniti lo scorso 15 Marzo.

Per poterla apprezzare in Italia dovremo attendere la messa in onda su Disney Channel e successivamente su Disney+, ma chi ha già chiuso il cerchio può tirare finalmente il fiato e concedersi il lusso di guardare al remake di quelle Avventure di Paperi trasmesse nella seconda metà degli anni ’80, come una delle serie televisive più perfette della storia.

Tutto ha inizio dalla matita di Carl Barks.

Ed è tutto merito del rispetto di quella che fu la geniale intuizione di Carl Barks, per il quale questi personaggi, ideati per un pubblico di bambini, potevano diventare la porta d’ingresso per un mondo più vasto, fatto di avventure in terre esotiche e lontane, alla ricerca di favolosi tesori, sulla scia dei grandi esploratori dei secoli passati e dei serial cinematografici degli anni trenta. Non è un caso che una delle scene più iconiche della trilogia* di Indiana Jones sia presa di peso proprio da un’avventura di Zio Paperone, “The Seven Cities of Cibola” (“Zio Paperone e le sette città di Cibola“, recentemente ripubblicata da Panini Comics su Uack! #3, 2014).

l’eredità di Barks trasuda in ogni inquadratura

A differenza quindi della serie televisiva originale DuckTales Avventure di Paperi, pensata per un pubblico di bambini, con trame sì esotiche, ma mai “sfidanti”, gli showrunner hanno deciso di alzare il tiro, introducendo una caratterizzazione più pop e dinamica per i personaggi (e non solo dal punto di vista estetico) e un continuo gioco di rimandi in perfetto tono postmodernista, oltre, ed è qui la chiave del successo, ad una trama orizzontale che nel corso delle tre stagioni della serie ha saputo rileggere in chiave epica le avventure del sig. McDuck e della Famiglia dei Paperi.

In un continuo gioco di citazioni all’opera di Barks e all’atto d’amore del suo fan più eccellente, Don Rosa (qui la recensione del mio amico Dario della “Saga” edita sempre da Panini Comics), Angones e Youngberg mettono al bando ogni remora e riscrivono “LA STORIA”

Dewey, Huey e Louie hanno finalmente delle personalità completamente differenti (anche se si scherza sul fatto che tutti li distinguono solo per il colore della maglietta), e scopriamo una volta per tutte chi sia la loro mamma, la strepitosa Della Duck.

Il tutto senza dimenticarsi di chi i Paperi li ha conosciuti solo attraverso la prima serie tv delle DuckTales, con una versione reimmaginata di Launchpad McQuack, Webby, Mrs. Beakley e Gizmoduck e inserendo citazioni a tutto l’universo “saturday morning” della Disney: Darkwing Duck, Chip ‘n Dale Rescue Rangers, Quack Pack, senza dimenticarsi di quel capolavoro che era -ed è ancora- il videogame di Capcom per il NES/Famicon: orecchie ben aperte durante la seconda stagione (soprattutto nel 7º episodio), e non solo…

Donald, reparto ferramenta!

In DuckTales gli autori hanno risposto a tantissime delle domande che ci siamo tutti chiesti, da quando siamo in grado di leggere: chi è la madre di Qui, Quo e Qua e perché non si vede mai? Chi ha fondato le Giovani Marmotte (Junior Woodchucks), quanti anni ha il Signor de’ Paperoni? Come cavolo fa la gente a capire quello che dice Paperino?

L’Avventura, con la A maiuscola.

Ma soprattutto sono riusciti a trasmettere allo spettatore la dimensione eroico-avventurosa di Scrooge McDuck e di Donald Duck, che sono bravi tutti a mettere frusta e cappello a Harrison Ford, provateci con una banda di paperi (il più famoso dei quali ha pure un lieve difetto di pronuncia).

Certo, per il 99% del tempo Paperino preferisce passare la giornata sull’amaca… ma che dire del suo passato musicale coi Tre Caballeros? E di come è nata la sua storia d’amore con Daisy? O ancora di come l’avventura lo perseguiti senza sosta, lui che vorrebbe solo passare la vita tranquilla come un papero qualunque del Calisota? Irascibile, scoordinato e apparentemente incomprensibile, eppure quando il momento lo richiede eccolo sfoderare un carisma e una determinazione senza rivali (lo ammetto: il finale della prima stagione l’ho visto in piedi davanti al televisore…).

  • fai attenzione, c’è qualcuno alle spalle che ti spia
  • per un pugno di dollari, anzi… per un solo decino!

Ed infine uno Zio Paperone talmente perfetto che solo David Tennant poteva prestargli la voce? Il papero che ha bevuto dalla fontana dell’eterna giovinezza, che ha cercato l’oro in Klondike e in ogni dove, che ha lottato contro ogni avversario, amato con la passione del più galante dei gentiluomini ed accumulato, sempre in modo onesto e lecito, la fortuna più pazzesca della storia, tanto da dovergli cucire una definizione su misura, anzi… più d’una!

Colui che nuota letteralmente nell’oro e che per il pubblico più distratto è sinonimo di avaro, ha in realtà nel cuore solo due cose: la famiglia e l’avventura, con la A maiuscola.

I fumetti Panini Comics.

Il progetto televisivo DuckTales è terminato (ma uno spin-off è sempre dietro l’angolo): si ferma all’apice della sua grandezza, per non correre il rischio di ripetersi e di cedere anche solo di un gradino dalla vetta raggiunta, ma trova un seguito nell’edizione a fumetti di Panini Comics (e il cerchio si chiude) giunta al terzo volumetto, in cui torna tutto il cast in una serie di storie ed avventure che proseguono idealmente quelle animate.

la serie a fumetti

Se invece, spronati dalla visione della serie, voleste scoprire il materiale da cui tutto ebbe inizio, tornate alle origini, al lavoro del Maestro in persona, Carl Barks: i 40 numeri di “Uack!” (dall’aprile del 2014 al novembre del 2018) hanno ristampato l’opera omnia dell’Uomo dei Paperi, affiancandola a partire dal numero 24 a quelle di altri grandi del fumetto statunitense come Al Taliaferro e Don Rosa, a proposito dell’opera del quale, oltre alla già citata “Saga di Paperon de’ Paperoni“, troverete in negozio ogni trimestre un nuovo numero della ristampa integrale in edizione superlusso, la “Don Rosa Library De Luxe“, giunta al 5° volume. Il tutto edito sempre da Panini Comics.

Non mi resta che incitarvi ad indossare palandrana e ghette, prendere il bastone da passeggio e calarvi il cappello a cilindro in testa:
l’avventura vi aspetta, non fatela attendere!

See you in the funny papers,
Oscar

* No. Non esiste nessun quarto film di Indiana Jones.

  • DuckTales
  • Autori: AA.VV.
  • Editore: Panini Comics
  • Volumi usciti: 3 (in corso), cartonati a colori
  • Prezzo: €9,90
  • Uack! (dal nr. 24 intitolata Paperopoli e dal 35 Vita da Paperi)
  • Autore: Carl Barks e AA.VV.
  • Editore: Panini Comics
  • Volumi usciti: 40 (conclusa), brossurati a colori e b/n
  • Prezzo: €5,00 cad.
  • Nr. 1/4, 25 e 40 attualmente esauriti
  • La Saga di Paperon de’ Paperoni
  • Autore: Don Rosa
  • Editore: Panini Comics
  • Volume unico, brossurato a colori
  • Prezzo: €7,90
  • Don Rosa Library Deluxe
  • Autore: Don Rosa
  • Editore: Panini Comics
  • Volumi usciti: 5 (in corso), cartonati a colori
  • Prezzo: €30,00 cad.
il più grande di tutti gli eroi

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Inserito in Cinema/Tv, Fumetti Americani, Leggi, Serie TV | Tagged comics americani, Disney+, Don Rosa, fumetti, Panini Comics, recensione, serie tv, Walt Disney

L`Autore

Oscar Cadeddu

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