Dal 25 aprile 2018 è disponibile anche nelle sale italiane il film Avengers – Infinity War: la pellicola basata sui comics sta riscuotendo un ottimo successo in giro per il mondo, ma esattamente in che cosa differisce dalle opere che l’hanno ispirata, The Thanos Quest e The Infinity Gauntlet? I due volumi sono stati ristampati recentemente da Panini Comics in occasione dell’evento, l’uno lo scorso novembre e l’altro proprio nel mese di aprile, entrambi in un’edizione cartonata di lusso, per facilitare il lavoro di confronto a tutti i Marvel fan.
Titolo: Thanos Quest;
Autore: Jim Starlin, Ron Lim;
Editore: Panini Comics;
Formato: 17 x 26, cartonato con sovracoperta, a colori;
Pagine: 416;
Prezzo: 39€;
Le due opere, tra le più importanti fra quelle di ambientazione cosmica della Casa delle Idee, sono anche una pietra miliare nella storia della Continuity marvelliana: prodotte dalla penna del leggendario Jim Starlin (Dreadstar), esse videro la luce all’inizio degli anni ’90, per lasciare un segno indelebile e continuare ad ispirare tante altre storie nel corso degli anni. In esse seguivamo le vicende relative alla ricerca e conquista delle fantomatiche Gemme dell’Infinito da parte di Thanos il Titano, personaggio che era stato creato proprio da Starlin sulle pagine di The Invincible Iron-Man, nel lontano 1973.
Titolo: Infinity Gauntlet – Il Guanto dell’Infinito;
Autore: Jim Starlin, Ron Lim, George Pérez;
Editore: Panini Comics;
Formato: 17 x 26, cartonato con sovracoperta, a colori;
Pagine: 264;
Prezzo: 28€;
Nei fumetti, The Thanos Quest è il capitolo dedicato alla prima fase dell’epopea cosmica del Titano: nella prima pagina di Intrighi e Sogni (la prima parte della saga) osservavamo l’aspirante despota universale contemplare il Pozzo dell’Infinito (che nel film non è menzionato) e apprendere il segreto relativo alle sei Gemme dell’Infinito (della mente, dell’anima, della realtà, del tempo, dello spazio e del potere): chi riesca a riunirle e ad esercitare il loro potere congiunto avrà il controllo totale del cosmo. Thanos è interessato a tale potere anche e soprattutto per far colpo sull’amata Morte, che d’altra parte gli aveva già conferito poteri sovrumani: per questo il Titano è chiamato a esporre e giustificare le proprie intenzioni all’oscura signora, che comunque accetterà la sua proposta . E’ così che inizia la ricerca del Titano, che nel giro di pochissimo tempo riuscirà a impadronirsi di tutte le gemme sottraendole, in ordine, a: l’Intermediario, il Campione, il Giardiniere, il Corridore, il Collezionista ed il Gran Maestro.
Nel film le cose vanno in modo molto diverso: infatti di questi personaggi comparirà soltanto il Collezionista (che perlomeno è stato caratterizzato in modo molto fedele all’originale), mentre altre Gemme verranno sottratte a Loki, al Doctor Strange e a Visione; un’altra gemma sarà ottenuta col sacrificio di Gamora (figlia di Thanos nonché membro dei Guardiani della Galassia) su Vormir (il pianeta della Gemma dell’Anima) grazie ai consigli del Teschio Rosso, che ne era diventato il custode. Evidentemente il Marvel Cinematic Universe può contare soltanto su un numero molto ristretto di personaggi e su una Continuity ben più striminzita rispetto al corrispettivo cartaceo, per cui era necessario adattarsi: un pubblico poco avvezzo ai fumetti avrebbe avuto difficoltà ad orientarsi in un mondo così fittamente popolato. Inoltre è evidente che la presenza massiccia dei Guardiani della Galassia e di Pantera Nera risponde ad una strategia commerciale volta a sfruttare e mantenere l’onda di popolarità che tali personaggi si trovano attualmente a cavalcare grazie alla fortuna delle rispettive pellicole.

In The Infinity Gauntlet effettivamente comparivano Gamora e Drax (ma non Groot, Rocket Raccoon, Mantis e Star-Lord) ma avevano dei ruoli molto più marginali rispetto al film: ben più importante in esso è il ruolo di Nebula, altra figlia di Thanos, che nel fumetto egli aveva riportato in vita dalla morte (avvenuta ovviamente per mano dello stesso padre pazzoide) costringendola ad un corpo putrescente e all’impotenza più totale: nel film, invece, si è optato per un sinistro macchinario che la tiene prigioniera costringendola anche ad un dolore insopportabile qualora il padre decida di infliggerglielo (è così che egli costringerà Gamora a rivelargli la posizione della Gemma).
E’ proprio in The Infinity Gauntlet che Thanos applicava il proprio piano di dimezzamento della popolazione cosmica: un gesto atroce che veniva compiuto proprio all’inizio della saga, nel primo capitolo, mentre i restanti cinque avrebbero visto i più potenti eroi della terra (e non solo: nei comics era presente anche il malvagio Dottor Destino, costretto dagli eventi a combattere fianco a fianco coi propri nemici) coalizzati nel tentativo di arginare la pazzia del Titano. Il film mischia il plot di The Thanos Quest e quello di The Infinity Gauntlet: come la prima saga di Starlin, esso è incentrato soprattutto sulla ricerca delle Gemme (poiché finisce proprio con l’attuazione del dimezzamento), ma Thanos non procede indisturbato in questa ricerca come nei comics. I molteplici sforzi dei supereroi di fermarlo appartengono invece a Il Guanto dell’Infinito. Il film riprende svariati elementi di questa saga, reinterpretandoli liberamente (ad esempio, all’inizio osserviamo Hulk, sconfitto, precipitare sulla casa del Doctor Strange sfondandone il tetto: nel fumetto succedeva esattamente la stessa cosa, ma era Silver Surfer -assente nel film- ad essere scagliato sul Sancta Sanctorum del Mago Supremo).
Come abbiamo detto la pellicola termina con l’attuazione del piano malvagio del Titano: è così che in pochi istanti assistiamo alla sparizione di Bucky Barnes, Groot, Star-Lord, l’Uomo Ragno, Doctor Strange, Pantera Nera, Falcon, Mantis, Drax e Scarlett. La lista dei nomi degli eroi svaniti nel nulla cambia notevolmente dal film al fumetto: tra di essi soltanto T’Challa, effettivamente, figurava tra gli scomparsi.
Analizzate le differenze principali tra film e fumetti per quanto concerne la trama e il coinvolgimento dei gruppi supereroistici, non ci resta che addentrarci ancor più nella questione e cercare di vedere in cosa l’anima dell’opera di Starlin differisca da quella del film di Cristopher Markus e Stephen McFeely. Innanzitutto dobbiamo tristemente costatare come alcuni elementi salienti ed intuizioni felici siano totalmente assenti nel film: mi riferisco all’assenza di personaggi centrali come Warlock, Mephisto, la Morte. Warlock aveva un ruolo centrale in The Infinity Gauntlet, poiché, forte del proprio legame esclusivo con l’essenza delle sei Gemme, aveva ottenuto un accesso alla mente di Thanos, che conosceva come la propria: è per questo che aveva potuto assumere il ruolo di leader della resistenza. Inoltre aveva comunicato per primo la gravità del pericolo al Doctor Strange, rivestendo un ruolo cruciale nell’organizzazione della suddetta resistenza. Mephisto, invece, era asservito al Titano ma complottava nell’ombra per sottrargli il Guanto dell’Infinito: brillante la trovata con cui Starlin gli faceva subdolamente suggerire a Thanos di limitare il potere del Guanto per equilibrare lo scontro con i supereroi, in modo tale da far breccia nel cuore della Morte, conquistandola con una dimostrazione di vero valore in battaglia.
Proprio la Morte è il personaggio di cui forse si sente maggiormente la mancanza: essa è centrale nei fumetti. Il Titano pazzo ne è disperatamente innamorato e tutta la sua sete di distruzione è volta a conquistarne il cuore, che tuttavia rimane puntualmente freddo: anzi, al momento decisivo essa si schiererà contro di lui. L’approfondimento psicologico del personaggio era tutto giocato sul contrasto tra il lato del folle despota distruttore e quello dell’amante respinto, simile ad un bambino piagnucoloso che dà in escandescenze quando non può ottenere l’oggetto del proprio desiderio. Nel film si cerca di conservare parte di questo aspetto giocando sul rapporto tra Thanos e sua figlia Gamora, l’unica di cui sembra importargli qualcosa: inutile dire che non è la stessa cosa. Infatti Thanos è un nichilista (come dirà lo stesso Warlock ne Il Guanto dell’Infinito) e non esisteva modo migliore di escogitare l’incarnazione di tale nichilismo di quello escogitato da Starlin.

Un’altra mancanza imperdonabile è quella di tutto il pantheon marvelliano, massicciamente presente nelle opere di Starlin e soprattutto in The Infinity Gauntlet: mi riferisco a Caos e Ordine, all’Osservatore, a Galactus, ad Eternity, Amore e Odio, ecc. Quelle di Starlin infatti sono storie fantascientifiche, ma, soprattutto, epiche: pensare di fare a meno delle divinità in esse è un po’ come volerlo fare nell’Iliade o nell’Odissea (il che, ahimè, è anche stato fatto, con tristi risultati).
Per quanto riguarda la metafisica delle Gemme, dobbiamo osservare che essa nel film è abbastanza fedele a quella dei comics: in essi si diceva che le Gemme erano una volta riunite in un essere cosmico onnipotente che gli umani chiamerebbero Dio; nel film si afferma che esse sono da sempre esistite e che furono scagliate nello spazio dall’esplosione del Big Bang. Diverso il discorso per il Guanto, di cui nei fumetti non si diceva niente, e che qua apprendiamo essere stato forgiato dai Nani. Curioso come si sia optato per una rimozione delle personificazioni di concetti astratti quali erano la Morte o Eternity, ma nel rapporto tra la mente di Thanos e le Gemme si sia invece deciso di adottare soluzioni più concrete e meno astratte: nei comics lo sforzo per imbrigliare il potere delle Gemme era tutto mentale, meditativo, mentre abbiamo visto che su pellicola si ricorre a soluzioni ben più materiali (come scaraventare Gamora giù da una rupe).
Complessivamente il film in sé è ben riuscito e spettacolare: abbiamo però visto come si discosti notevolmente dalle opere da cui trae ispirazione. Questa è una tendenza che probabilmente è destinata ad aumentare nei prossimi film ispirati all’universo della Casa delle Idee: infatti il Marvel Cinematic Universe, crescendo, sviluppa una propria Continuity e delle proprie esigenze interne che non possono non discostarlo dai comics cui si riferisce. A ciò va aggiunta la necessità di andare incontro ai gusti di un pubblico generalista. Non c’è niente di male in tutto ciò, finché gli scrittori di fumetti non sentiranno l’esigenza di uniformare le proprie opere a quelle cinematografiche: i due mondi hanno entrambi dignità e potranno benissimo svilupparsi felicemente su linee separate, senza che si debbano assecondare inutili pulsioni unificatrici.
Non vi rimane quindi che passare al vostro Games Academy o Funside di fiducia per ottenere i due volumi The Thanos Quest e The Infinity Gauntlet. Vi aspettiamo!