Torna BURP: Letto e Digerito! In occasione della fantastica promozione BAO Publishing, pubblichiamo oggi la recensione di un pregiatissimo lavoro di un grande autore al suo primo romanzo grafico: Lo Scultore, di Scott McCloud.
Autore: Scott McCloud
Pagine: 496
Editore: Bao Publishing
Formato: Cartonato 16×24
Prezzo: 21,00 €
Genere: Romanzo di Formazione, Storia di Vita (più o meno) Vera
David Smith non è un ragazzo qualsiasi. David è uno scultore, uno bravo, capace di dare forma alle sue gioie ed ai suoi tormenti. Abilità che, purtroppo, ha vita breve nel mondo economico dell’arte. Dovendosi adattare alle ferree e capricciose leggi del mercato artistico, il ragazzo non riesce a capire che per mantenere questo lavoro deve perdere una parte di se stesso, ignorare la propria sensibilità e svendere il proprio talento, sacrificio che non è disposto a fare. A seguito di diversi drammi familiari ed un carattere volubile, David finisce presto per essere emarginato dalla comunità artistica, destinato a vivere i suoi giorni nella mediocrità. Se non fosse per un incontro che non tutti definiremmo fortuito. Immaginate di poter fare il classico “patto con la morte”: da una parte la possibilità di vivere ancora a lungo, solo per essere in fretta dimenticati da tutti e senza mai poter far brillare il proprio talento e le proprie capacità. Dall’altra avete un determinato numero di giorni sulla terra, durante i quali il vostro estro potrà essere un faro luminoso, espressione delle vostre capacità. 200 giorni per poter dare forma ai propri pensieri, alle emozioni, fare i conti coi propri demoni e riuscire persino ad uscirne vincitori.
Scott McCloud ha creato un arabesco incredibile, fatto di esperienze di vita, intrecciato alla fantasia ed ai voli pindarici che la carta stampata offre, come via di fuga ed evasione dai vincoli della realtà e come maggior espressione di quello che sentiamo ma non sappiamo come rappresentare. Provate ad immaginare cosa possa significare mutare la materia col solo tocco della mano. Imporre nuova forma alle cose, adattarle al proprio pensiero ed affrontare quel che la nostra mente è in grado di comporre. David si trova sopraffatto ogni volta da quello che dimora dentro di lui, i fallimenti, i lutti subiti, le ingiustizie, l’amore ed i meri capricci d’artista. Una danza magistrale, melanconica e straziante che compone la vita di un artista, anima tormentata e votata all’espressione di concetti inesprimibili a parole.
I tasti che l’autore tocca, il modo in cui ci offre la nuda anima di David, colpiscono nel profondo, obbligandoci a porci domande scomode, ad immaginare come reagiremmo davanti alle difficoltà che il protagonista affronta, ai dubbi ed agli svincoli che la sua (breve) vita gli pone davanti. Cos’è l’arte? Cos’è l’amore? Come si impara consapevolmente a morire? Un lavoro d’eccezione, imperdibile interpretazione della vita e di tutte le domande che ci accompagnano, troppo spesso inascoltate o lasciate senza risposta.