La Storia di Magic The Gathering: Trentaseiesima Parte

La Storia di Magic The Gathering: Trentaseiesima Parte

A Korai, Eladamri fu nuovamente contattato dall’oracolo en-Vec, che aveva un nuovo messaggio per il Signore delle Foglie. L’oracolo disse a Eladamri che presto per lui si sarebbe aperta una porta in cui era costretto ad entrare pur non volendo per salvare il suo mondo e trasformarsi nel Korvecdal. Gli eserciti del Eladamri erano pieni di gioia. Il forestiero Gerrard Capashen non era quindi il Korvecdal, come sembrava, ma ora era il loro eroe ad essere in possesso di quel titolo glorioso. Tuttavia assieme a questa rivelazione gioiosa ci fu anche un presagio molto più oscuro. Eladamri venne a sapere che la Predatrice era di nuovo in grado di volare. Eladamri sapeva che finché la nave non fosse stata distrutta,le sue forze non avrebbero potuto levarsi a contrastare la Fortezza. Rassegnato al suo destino, Eladamri decise di distruggere la Predatrice nell’unico modo che conosceva: dall’interno della Fortezza.

Intanto Greven stava attendendo la completa riparazione della predatrice ed i risultati dell’attacco di Crovax. Fu allora che fu avvicinato da uno sconosciuto, un uomo Kor al servizio dei Pescatori di Vita, spie che servivano Volrath e gli riferivano ciò che accadeva fra i ribelli. Questo uomo, Furah, informò Greven che Eladamri aveva radunato le tribù di Kor, di Vec e di Dal contro la Fortezza, per cercare di liberarsi dalla dittatura di Rath. Immediatamente dopo aver riferito questo messaggio, Furah sparì, partendo per regni sconosciuti a Greven.

Intanto Ertai si era finalmente svegliato dopo le torture, trovandosi davanti la ragazza elica Belbe, che era venuta ad offrirgli il maggior aiuto che poteva. Belbe promise ad Ertai che era ora considerato una dei maggiori candidati per il trono di Rath. Tuttavia, la concorrenza era feroce. Greven era un guerriero di grande esperienza ed era a conoscenza di molti dei segreti di Volrath. Crovax era stato a Phyrexia, dove gli era stato impiantato il suo nuovo potere. Se Ertai voleva sperare di competere con quelle forze,aveva comunque ancora molto da imparare. Belbe condusse Ertai ad uno dei laboratori di Volrath. Nel centro della stanza vi era un macchinario sconosciuto,in grado di curare tutte le ferite di un uomo con il mana nero, ma certamente appannandone la mente. A parte la sua vanità,il mago temeva anche di non poter essere poi più in grado di lanciare le sue magie migliori. Per riparare le corde della Predatrice,Ertai si era tagliuzzato le mani,e questo gli impediva di lanciare alcune magie. Ertai allora acconsentì riluttante ad utilizzare la macchina. Immediatamente, il suo corpo venne guarito,ma il mago notò che la sua affinità per i cinque colori della magia era stata cambiata.

I giorni passati ed Ertai cominciò la strada lunga verso il recupero. Il giovane mago passò molto del suo tempo con Belbe, cercando continuamente di capire perché una creatura così bella servisse gli orrori di Phyrexia. Fu allora che Greven li informò delle parole di Furah. Ertai trovò una soluzione brillante ma folle: le forze di Greven avrebbero preso molti dei Vec,dei Kor e dei Dal come ostaggi,tenendoli rinchiusi nella Città dei Traditori, impedendo quindi ai loro familiari di seguire Eladamri nella sua rivolta. Greven fu molto impressionato dall’inattesa astuzia del Tolariano e subito diede inizio a questa operazione,catturando circa cinquemila cittadini ancora leali alla Fortezza.Mentre il tempo passava, Ertai fece una scoperta strabiliante. Anche se il suo corpo era stato guarito dall’infusore di mana di Volrath,i suoi efetti erano soltanto provvisori. Ertai doveva utilizzare continuamente il dispositivo se voleva avere qualche speranza di reclamare il trono di Rath.

Intanto il suo piano degli ostaggi sembrava stare funzionando. Ertai e Belbe viaggiarono per le strade della Città dei Traditori,riuscendo infine a trovare il comandante Greven. Purtroppo, Ertai e Greven erano in disaccordo su chi sarebbe stato meglio prendere come ostaggi. Invece di prendere gli umani più forti come ostaggi, Greven aveva scelto di catturare i più deboli. In questo modo, Greven sperava di incutere maggior paura negli umani ancora fedeli alla Fortezza, che certamente non si sarebbero rivoltati sapendo che le loro donne, vecchi e bambini avrebbero pouto restarne coinvolti. Malgrado i disguidi con Greven, il piano di Ertai continuava come previsto.